Sonno, metabolismo e menopausa

Il sonno, in quanto comportamento essenziale per la sopravvivenza, è necessario quanto il cibo e l’acqua. Alla fine degli anni ’70, il ricercatore Allan Rechtschaffen affermò:“Se il sonno non avesse una funzione per la sopravvivenza, allora sarebbe il più grande errore commesso dall’evoluzione”.

Sebbene le funzioni associate a questo complesso fenomeno rimangano da chiarire completamente, uno dei suoi ruoli chiave è l’omeostasi metabolica.

Molti studi hanno dimostrato che la buona qualità del sonno è importante per il mantenimento della salute durante il processo di invecchiamento. Sebbene i disturbi del sonno siano comuni negli anziani, per le donne iniziano nel periodo peri-menopausale.

Tale periodo di transizione coincide, per le donne, con numerosi cambiamenti sia a livello fisico che a livello psicologico e sociale. 

Tutti questi fattori contribuiscono a peggiorare la qualità del sonno con conseguenze sulla salute metabolica della donna.

È noto che la salute metabolica dipende in gran parte dallo stile di vita dell’individuo. All’interno del concetto di stile di vita, tuttavia, si dimentica spesso di prendere in considerazione la qualità del sonno.

La restrizione del sonno e i cambiamenti dei ritmi circadiani legati all’età possono infatti condurre a variazioni di appetito con ripercussioni su composizione corporea e dispendio energetico. 

La relazione tra sonno e metabolismo energetico sembra essere bidirezionale.

Il ritmo sonno/veglia influenza la regolazione di molte funzioni corporee, tra cui la propensione al sonno, l’appetito, la qualità dell’alimentazione, i ritmi ormonali e la ritmicità del metabolismo di glucosio e lipidi.

I disturbi del sonno legati alla menopausa possono, quindi, interagire con i cambiamenti nell’assunzione di nutrienti e l’attività fisica predisponendo a cambiamenti nella composizione corporea come maggiore adiposità e sarcopenia. 

Il disallineamento del ciclo sonno-veglia e del ritmo della melatonina possono promuovere la resistenza all’insulina attraverso la regolazione del sistema endocrino. I disturbi del sonno – tra cui tempo di sonno totale insufficiente, scarsa qualità del sonno, insonnia e l’apnea ostruttiva del sonno – sono fattori di rischio indipendenti per lo sviluppo e l’esacerbazione della resistenza all’insulina, componente fondamentale della Sindrome Metabolica.

La restrizione del sonno non influisce in modo significativo sul dispendio energetico nelle 24 ore. Al contrario, i disturbi del sonno sono correlati ad un bilancio energetico positivo dovuto all’aumento dell’assunzione di cibo.

Studi sperimentali sulla restrizione del sonno, abbinati a opportunità di mangiare ad libitum, hanno ben dimostrato che la restrizione del sonno aumenta l’assunzione di cibo, specialmente la sera, con conseguente aumento di peso.  

La deprivazione di sonno sembra avere effetto soprattutto sulle donne in comparazione con gli uomini.

Possiamo concludere quindi che la valutazione della qualità e quantità del sonno è di fondamentale importanza. 

Dato che, attualmente, una donna di un paese industrializzato vive circa un terzo della sua vita in postmenopausa, il focus sul miglioramento del suo stile di vita e la prevenzione delle patologie cardiometaboliche assume una rilevanza sociale.

Dr.ssa Maria Luisa Fonte

Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione