Controllo della glicemia e prevenzione primaria del diabete mellito: il ruolo chiave del piatto mediterraneo

Il diabete mellito di tipo 2 rappresenta una delle principali sfide sanitarie globali del nostro tempo. La sua incidenza è in costante aumento, legata in gran parte a fattori modificabili come l’alimentazione, la sedentarietà e l’eccesso ponderale (in particolare legato all’incremento percentuale della massa grassa). In questo contesto, l’interesse verso modelli dietetici che possano agire in ottica preventiva è cresciuto esponenzialmente. Tra questi paradigmi nutrizionali, la dieta mediterranea ha dimostrato, con solide evidenze scientifiche, un ruolo protettivo nel mantenimento di una buona salute metabolica, con particolare efficacia nel controllo della glicemia e nella prevenzione primaria del diabete mellito.

La dieta mediterranea non è una semplice “lista” di alimenti, ma un vero e proprio stile alimentare e culturale, riconosciuto anche dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Essa si basa su un’abbondanza di alimenti vegetali freschi, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, l’impiego prevalente di olio extravergine d’oliva come principale fonte di grassi, un consumo moderato di pesce, latticini e – sebbene quest’ultimo punto sia oggetto di giusta critica più recentemente – vino rosso durante i pasti, oltre che un’assunzione ridotta di carni rosse e alimenti ultraprocessati.

Numerosi studi epidemiologici e clinici hanno documentato l’efficacia della dieta mediterranea nel migliorare il controllo glicemico. I meccanismi attraverso cui ciò avviene sono molteplici. L’elevato contenuto di fibre alimentari – in particolare quelle solubili – rallenta l’assorbimento intestinale dei carboidrati, contribuendo a ridurre i picchi postprandiali di glicemia. La presenza di grassi insaturi, in particolare monoinsaturi come l’acido oleico dell’olio extravergine d’oliva, migliora la sensibilità insulinica e riduce lo stress ossidativo a livello cellulare. A ciò si aggiunge l’effetto antinfiammatorio di molte componenti bioattive contenute negli alimenti vegetali, come i polifenoli, che sembrano giocare un ruolo rilevante nella prevenzione dell’insulino-resistenza.

A supporto di queste osservazioni, il celebre studio della seconda metà degli anni Duemila PREDIMED (Prevención con Dieta Mediterránea), condotto su oltre 7000 soggetti ad alto rischio cardiovascolare in Spagna, ha mostrato una riduzione significativa dell’incidenza di diabete di tipo 2 nei partecipanti che avevano seguito una dieta mediterranea arricchita con olio extravergine d’oliva o frutta secca, rispetto a un gruppo di controllo che seguiva una dieta a basso contenuto di grassi. Anche studi di matrice italiana come l’InCHIANTI e il Moli-sani Study confermano che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata a migliori indici di sensibilità insulinica e a una minore prevalenza di sindrome metabolica.

Adottare questo stile alimentare già in età adulta – o meglio ancora, nell’età dello sviluppo – rappresenta un atto di prevenzione primaria accessibile, sostenibile e culturalmente integrato, soprattutto nei Paesi del bacino mediterraneo. In un’epoca in cui l’alimentazione sta rapidamente virando verso modelli occidentali ipercalorici, ricchi di zuccheri semplici e grassi saturi, riscoprire le basi della dieta mediterranea non è solo una scelta salutare, ma anche una forma di “ritorno alle origini” in grado di contrastare l’epidemia silenziosa del diabete mellito.

La dieta mediterranea non è una moda caldeggiata dai social né un’imposizione da parte della società scientifica, ma uno strumento clinicamente validato per la promozione della salute metabolica e la prevenzione di numerose patologie croniche. Investire sull’educazione alimentare e sulla valorizzazione di questo modello tradizionale potrebbe rappresentare uno dei più efficaci interventi di salute pubblica per ridurre il peso crescente del diabete mellito di tipo 2 nella popolazione generale.

Dr.ssa Valentina Fagotto

Fonti:

https://www.nia.nih.gov/inchianti-study

Hidalgo-Liberona N et al. Adherence to the Mediterranean diet assessed by a novel dietary biomarker score and mortality in older adults: the InCHIANTI cohort study. BMC Med. 2021 Nov 24;19(1):280. doi: 10.1186/s12916-021-02154-7.

Bonaccio M et al. Mediterranean diet and low-grade subclinical inflammation: the Moli-sani study. Endocr Metab Immune Disord Drug Targets. 2015;15(1):18-24. doi: 10.2174/1871530314666141020112146.

Martínez-González MA et al. PREDIMED INVESTIGATORS. Benefits of the Mediterranean Diet: Insights From the PREDIMED Study. Prog Cardiovasc Dis. 2015 Jul-Aug;58(1):50-60. doi: 10.1016/j.pcad.2015.04.003.