La trasmissione intergenerazionale del gusto a tavola

I bambini spesso non consumano abbastanza verdure e la qualità complessiva della loro dieta può arrivare ad essere preoccupante perché ampiamente inferiore agli standard nutrizionali raccomandati.

Basti pensare che solo il 23% dei bambini europei consuma verdura quotidianamente, mentre negli Stati Uniti sono addirittura nove bambini su dieci a non mangiare abbastanza verdura per raggiungere l’assunzione raccomandata. Inoltre, quasi la metà delle calorie nelle diete dei bambini occidentali è costituita da “calorie vuote” derivate da zuccheri e oli aggiunti, che forniscono scarsi benefici nutrizionali. Tali abitudini alimentari contribuiscono alla scarsa qualità nutrizionale complessiva della loro dieta, gettando le basi per il più ampio problema dell’obesità infantile.

A livello mondiale, in 40 anni la prevalenza dell’obesità tra bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni è peggiorata del 6%, passando dallo 0,8% del 1975 al 6,8% del 2016 (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2020). Le conseguenze dell’obesità infantile, sia a breve che a lungo termine, comprendono un ampio spettro di rischi, tra cui complicazioni per la salute come malattie cardiovascolari e problemi muscoloscheletrici, nonché sfide psicologiche come una maggiore vulnerabilità al bullismo e ai disturbi alimentari. Promuovere un’alimentazione più sana tra i bambini è fondamentale per mitigare questi effetti negativi.

Diverse ricerche hanno evidenziato i fattori che predisporrebbero a determinate scelte alimentari non salutari. Tra di essi, non ci sarebbero solo fattori genetici, e le caratteristiche individuali, ma anche dinamiche familiari, contesti ambientali (ad esempio, il grado di istruzione) e le influenze sociali. Oltre a questi fattori, gli psicologi dell’alimentazione hanno sollecitato l’esame di come i bambini interiorizzino un’alimentazione sana. In risposta, recenti ricerche hanno dimostrato l’importanza delle convinzioni informali e spesso intuitive delle persone sul consumo di cibo e sull’obesità, che non sono necessariamente in linea con le conoscenze scientifiche.

Queste convinzioni sono comunemente definite “convinzioni laiche”. Una delle convinzioni laiche più diffuse è la “Intuizione Malsano = Gustoso (UTI, dalle iniziali in inglese)”, ovvero la convinzione che il sapore del cibo sia inversamente proporzionale alla sua salubrità. Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione negativa tra questo tipo di convinzione e il consumo di alimenti sani, in particolare il consumo di verdure. Le convinzioni relative alla scarsa gustositá degli alimenti sani negli adulti sono state ampiamente studiate, tuttavia, si sa relativamente poco sul ruolo di queste convinzioni nei bambini. Una recente ricerca ha peró recentemente esaminato e confermato che esiste una trasmissione di queste convinzioni legate al cibo dai genitori ai figli. Nello specifico, lo studio ha confermato l’ipotesi secondo cui i bambini, indipendentemente dai risultati dell’IMC, interiorizzano le convinzioni dei genitori. La ricerca ha pertanto fornito nuove informazioni sui meccanismi cognitivi alla base delle abitudini alimentari dei bambini e su come queste convinzioni limitanti vengano plasmate all’interno del contesto familiare.

Dott.ssa Sara Tulipani

Riferimento bibliográfico

Jonathan D’hondt, Barbara Briers, Elaine Chan, Family matters: Exploring the intergenerational transmission of the unhealthy = tasty intuition, Appetite, Volume 208, 2025, 107947, ISSN 0195-6663, https://doi.org/10.1016/j.appet.2025.107947.