Le raccomandazioni generiche di un’alimentazione sana, come quelle fornite da guide nazionali che offrono suggerimenti sulla quantità e sui tipi di cibi e bevande da consumare, hanno spesso un impatto limitato a causa della ridotta consapevolezza e della scarsa aderenza.
Per affrontare questo problema, la nutrizione personalizzata, un approccio che utilizza informazioni sulle caratteristiche individuali per sviluppare consigli nutrizionali mirati, sta guadagnando terreno. Quando parliamo di nutrizione di precisione, o nutrizione personalizzata, si rischia però di cadere nell’errore di far riferimento in modo esclusivo a dati forniti dalla nutrigenomica e dalla nutrigenetica. Queste discipline si concentrano su come i geni influenzano il modo in cui ogni individuo risponde alla dieta (nutrigenetica) e sui meccanismi molecolari globali che spiegano le differenti risposte (nutrigenomica), consentendo di adattare la dieta alle esigenze individuali.
Si tratta senza dubbio di un campo di ricerca molto vasto, su cui c’è ancora molto da indagare e scoprire. Tuttavia, la scelta alimentare è un comportamento complesso determinato da una moltitudine di fattori, ed è riduttivo basarsi solo sul profilo genetico e fenotipico di un individuo per capire il modo in cui sceglie, elabora e risponde a ciò che mangia.
Pertanto è necessario un approccio più multidimensionale alla nutrizione personalizzata.
A tal propósito propongo la lettura di uno studio pubblicato a fine 2024 sulla rivista Appetite, da un team di ricerca internazionale (Regno Unito, Belgio, Germania) e multidisciplinare. Lo studio esplora proprio l’efficacia della nutrizione personalizzata tenendo in considerazione altri fattori determinanti, spesso ampiamente ignorati, come le caratteristiche psicosociali dell’individuo. Ovvero, personalizzare la consulenza dietetica anche in base a variabili socioeconomiche, fattori psicologici/cognitivi, preferenze sensoriali, principalmente.
In primo luogo, i ricercatori hanno utilizzato dati esistenti per creare un set di dati sintetici basato sulle informazioni provenienti da 3.654 nuclei familiari (Studio 1a), e poi hanno sviluppato un modello di cluster per identificare gli individui caratterizzati da aspetti sociodemografici, cognitivi e sensoriali simili (Studio 1b). Successivamente, il team ha utilizzato le caratteristiche di 8 cluster per progettare 8 diverse raccomandazioni nutrizionali personalizzate, e valutare la loro capacità di motivare un maggiore consumo di frutta e verdura e una riduzione dell’assunzione di grassi saturi e zuccheri. A 218 partecipanti sono stati presentati tre tipi di raccomandazioni nutrizionali: di consigli generici sull’alimentazione, tratti dal programma “EatWell” del governo del Regno Unito, consigli personalizzati adattati al cluster assegnato (personalizzazione abbinata) o consigli adattati a un cluster diverso (personalizzazione non abbinata).
I risultati hanno mostrato che, rispetto ai consigli generici, i partecipanti che hanno ricevuto consigli personalizzati abbinati al loro cluster, erano significativamente più propensi a indicare che avrebbero cambiato la loro dieta. Allo stesso modo, i partecipanti si sono mostrati motivati ad aumentare il consumo di verdure e a ridurre l’assunzione di grassi saturi quando hanno ricevuto consigli personalizzati non corrispondenti, il che potrebbe evidenziare l’importanza di offrire alternative nelle scelte alimentari.
Nel complesso, ciò che si evince da questo studio è l’importanza di adattare la promozione di sane abitudini alimentari a una combinazione di caratteristiche psicosociali individuali, al fine di renderla più efficace di approcci meno integrali.
A mio parere il lavoro presenta un approccio molto sensato, dato che in ultima analisi la nostra nutrizione dipende dalle scelte alimentari che facciamo, e il nostro comportamento alimentare è influenzato da molti fattori determinanti, tanto interni (per esempio, gusti e preferenze sensoriali, conoscenze in nutrizione, credenze o pregiudizi,) como esterni (influenza del contesto in cui viviamo o che ci condiziona; fattori strutturali che rendono più o meno facile l’accesso a alimenti sani – prezzo, disponibilità, ecc…).
Lo studio sottolinea anche la fattibilità di affrontare la salute della popolazione attraverso consigli personalizzati basati sul Web forniti automaticamente.
Dott.ssa Sara Tulipani
Riferimento bibliografico:
Briazu RA, Bell L, Dodd GF, Blackburn S, Massri C, Chang B, Fischaber S, Kehlbacher A, Williams CM, Methven L, McCloy R. The effectiveness of personalised food choice advice tailored to an individual’s socio-demographic, cognitive characteristics, and sensory preferences. Appetite. 2024 Oct 1;201:107600. doi: 10.1016/j.appet.2024.107600. Epub 2024 Jul 11. PMID: 39002566.