L’associazione tra dieta occidentale ricca in carne e lo sviluppo di tumori: un’analisi scientifica

La dieta occidentale, caratterizzata da un elevato consumo di carne rossa e processata, grassi saturi e zuccheri, è da tempo al centro dell’attenzione della ricerca scientifica per il suo potenziale legame con numerose patologie croniche, inclusi i tumori oltre alle già indagate patologie cardio e cerebrovascolari (vedi lo studio celeberrimo di Framingham). Negli ultimi decenni in particolare, poi, l’incidenza di malattie oncologiche è incrementata nei Paesi che seguono un modello alimentare occidentale, suggerendo una correlazione tra queste abitudini alimentari e lo sviluppo di neoplasie.

Il termine “dieta occidentale” si riferisce generalmente con accezione negativa a uno stile alimentare ricco di alimenti trasformati, carne rossa e carni lavorate, zuccheri aggiunti, grassi saturi e povero di fibre, frutta, verdura, legumi e cereali integrali. Questo modello è spesso associato a condizioni patologiche come l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardio e cerebrovascolari, tutte condizioni che possono favorire lo sviluppo di tumori.

Uno dei principali fattori di rischio alimentari per lo sviluppo di tumori nella dieta occidentale è il consumo di carne rossa e carni lavorate o processate che dir si voglia. Numerose ricerche hanno evidenziato un legame tra il consumo di questi alimenti e un aumento del rischio di sviluppare tumori, in particolare il cancro del colon-retto. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha classificato le carni lavorate (salumi e carne in scatola) come “cancerogene per l’uomo” (Gruppo 1) e la carne rossa come “probabilmente cancerogena” (Gruppo 2A). 

I meccanismi attraverso cui il consumo di carne rossa e lavorata potrebbe promuovere la cancerogenesi sono molteplici. Alcuni studi suggeriscono che la cottura della carne ad alte temperature porta alla formazione di composti potenzialmente cancerogeni, come le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici. Inoltre, le carni processate contengono elevate concentrazioni di nitriti e nitrati, conservanti che possono essere convertiti in nitrosammine, noti agenti cancerogeni .

Un altro aspetto chiave della dieta occidentale è l’elevato apporto di grassi saturi, tipici delle carni rosse, dei latticini interi e dei prodotti industriali, come piatti pronti, cibi processati, alimenti confezionati. Tali grassi saturi possono indurre un’infiammazione, o flogosi, cronica nell’organismo, una condizione associata a un aumento del rischio di sviluppo di tumori. L’infiammazione cronica può causare danni al DNA e promuovere un ambiente favorevole alla crescita e alla proliferazione delle cellule tumorali.

Infine, un altro meccanismo attraverso cui la dieta occidentale può promuovere la formazione di tumori è l’impatto negativo che essa ha sul microbioma intestinale, argomento di sempre maggiore interesse scientifico ma anche comune. Una dieta povera di fibre e ricca di carni lavorate e zuccheri può alterare la composizione del microbioma, portando a uno squilibrio tra i batteri “buoni” e quelli “nocivi” (disbiosi). Questo squilibrio può aumentare la produzione di metaboliti pro-infiammatori e cancerogeni e ridurre quelli protettivi.

La ricerca suggerisce che modificare la dieta può ridurre significativamente il rischio di sviluppo di tumori. Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, con un limitato consumo di carne rossa e processata, è stata associata a una riduzione del rischio di molte forme di cancro. Inoltre, sostituire i grassi saturi con grassi insaturi provenienti da fonti vegetali, come l’olio d’oliva e la frutta a guscio, può ridurre l’infiammazione e migliorare la salute generale .

Le prove scientifiche che collegano la dieta occidentale ricca in carne allo sviluppo di tumori sono solide e in crescita esponenziale. Ridurre il consumo di carne rossa e lavorata, aumentare l’apporto di fibre e promuovere una dieta ricca di alimenti di origine vegetale sono strategie fondamentali per ridurre il rischio di tumore. La prevenzione oncologica passa inevitabilmente attraverso una corretta educazione alimentare e la promozione di uno stile di vita sano.

Dr.ssa Valentina Fagotto

Bibliografia

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