L’obesità è una condizione patologica cronica causata da numerosi fattori e gravata da un pesante fardello di discriminazione.
Sono molte le condizioni che contribuiscono ad aumentare la massa grassa corporea: fattori genetici, socioculturali, psicologici, ormonali, farmacologici, ecc. …
Chi soffre di obesità ha davanti a sé un percorso difficile, spesso lungo e segnato dalla discriminazione in differenti contesti.
Questo tipo di discriminazione è nota come “stigma”, termine che in psicologia significa “attribuzione di qualità negative a singoli individui o a gruppi di persone”.
Chi è in eccesso ponderale è spesso visto come diverso, pigro, incompetente.
La società tende a veicolare il messaggio che chi soffre di obesità voglia restare obeso.
Secondo il Rudd Center for Food Policy and Obesity, i bambini affetti da obesità hanno il 63% di probabilità in più di essere vittime di bullismo, il 54% degli adulti viene discriminato dai colleghi e al 69% degli adulti è successo anche in ambiente medico-sanitario.
Il problema è subdolo e diffuso se si pensa che, anche nei cartoni animati destinati ai bambini, i soggetti più positivi sono tendenzialmente magri.
Chi soffre di obesità spesso viene discriminato dai propri amici (15,8%), dai propri genitori (12,7%), dai propri compagni sentimentali (11,7%) e, assurdamente, anche dai professionisti della salute ai quali si rivolgono (8,2%). In sostanza, solo il 9% degli adulti affetti da obesità ha affermato di non essere mai stato vittima di discriminazione.
Lo stigma comporta diversi effetti negativi sulla salute, correlati allo stress. Le sue conseguenze vanno dalla fame nervosa al minore esercizio fisico per paura di mostrare il proprio corpo.
Aumentati livelli di stress causano, inoltre, incremento del cortisolo, pressione elevata, ansia, depressione, problematiche legate all’immagine corporea e, nei casi più gravi, consumo di sostanze e suicidio.
A causa del senso di colpa e della maggiore sfiducia nel Sistema Sanitario i soggetti affetti da obesità tendono anche a effettuare meno controlli del proprio stato di salute, con un aumento del rischio di peggioramento delle condizioni psico-fisiche.
Quali possono essere delle soluzioni a questo problema?
Aumentare la consapevolezza e la sensibilità all’argomento nella popolazione e nei professionisti della salute, controllare i messaggi mediati dai media, facilitare l’accesso ad attività fisica e a cibi più sani, aiutare chi ha bisogno di supporto tramite percorsi psicologici adeguati.
Un primo consiglio? Ascoltare e fare attenzione al proprio linguaggio.
Ginevra Capone
Biologa Nutrizionista
Diplomata al Master di I livello in Trattamento Integrato Multidisciplinare dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione
Bibliografia essenziale
Cangiano. Obesità oggi: aspetti clinici e psicologici. PM edizioni, 2017)
Friedman RR, Puhl RM: Weight bias- A Social Justice Issue. Rudd Report, 2012.
Puhl et al: Weight Stigmatization and Bias Reduction: Perspectives of Overweight and Obese Adults. Health Education Research, 2008
Puhl RM, Heyer CA: The Stigma of Obesity: A Review and Update. Obesity, 2009.
Puhl et al: Overcoming Weight Bias in the Management of Patients with Diabetes and Obesity. American Diabetes Association 2016