Cibi industriali: aumentano il rischio di morte prematura

Secondo un recente studio francese, pubblicato online l’11 febbraio su Jama Internal Medicine, coloro che consumano grandi quantità di alimenti ultra processati, ovvero prodotti industriali ricchi di zuccheri, sale, grassi saturi, additivi, coloranti e conservanti, hanno un più alto rischio di morte prematura.

I cibi ultra processati, come dolciumi, biscotti, snack, caramelle, bevande zuccherate, piatti pronti e carni lavorate, contengono solitamente “calorie vuote” e hanno un alto contenuto calorico con scarso valore nutritivo. Sono a basso contenuto di fibre e ricchi di carboidrati, di grassi saturi e sale. Solitamente, contengono additivi alimentari e contaminanti alimentari che possono essere molto dannosi per la salute.

Oggigiorno le persone sono indotte a scegliere spesso i cibi industriali, piuttosto che quelli freschi, a causa della loro convenienza, facilità di preparazione e durabilità. Inoltre questo tipo di alimenti è anche molto commercializzato e spesso viene esposto in modo prominente nei supermercati.

Purtroppo, però, questa comodità comporta un costo, ed è la salute a pagarlo. Diverse evidenze scientifiche hanno rilevato che vi è un collegamento tra il consumo di cibi industriali e un aumentato rischio di malattie croniche, tra le quali: dislipidemia, obesità, ipertensione e cancro.

La recente ricerca francese studia per la prima volta l’associazione tra chi fa un largo consumo di questa tipologia di alimenti e un maggior rischio di morte prematura.

Per identificare questa associazione, lo studio, chiamato NutriNet-Sant, ha coinvolto oltre 44 mila francesi di età pari o superiore ai 45 anni per un periodo di circa 6 anni (dal 2009 al 2017).

Durante questo arco di tempo, il team di ricercatori ha esaminato, tramite tre diversi questionari online proposti ogni 6 mesi, quanto della loro alimentazione e delle calorie provenisse dai cibi ultra processati. Al termine dello studio, i ricercatori hanno notato che il consumo di questi alimenti poteva essere associato a una più elevata probabilità di morte prematura.

L’analisi dei risultati ha evidenziato che, in media, il 14,4% del peso totale del cibo consumato dai partecipanti allo studio proveniva da alimenti ultraprocessati. In altre parole, gli alimenti ultraprocessati rappresentavano il 29,1% del loro apporto calorico giornaliero totale.

Più precisamente, i ricercatori hanno osservato che un aumento del 10% della proporzione del consumo di cibo ultra processato era statisticamente associato a un maggior rischio del 14% di mortalità.

I ricercatori hanno comunque precisato che questi risultati sono da prendere con le pinze, infatti hanno commentato: “Sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati nelle diverse popolazioni e per individuare i vari meccanismi con cui gli alimenti ultraprocessati possono influire sulla salute, incluse le loro caratteristiche nutrizionali e le loro caratteristiche legate all’elaborazione degli alimenti”.

La Dr.ssa Mathilde Touvier, coordinatrice della ricerca, ha sottolineato come la relazione tra dieta e salute sia molto complessa e servirà ancora molto lavoro per trovare i precisi meccanismi alla base dell’associazione tra cibi ultra processati e mortalità precoce. 

Abstract dello studio:

Association Between Ultraprocessed Food Consumption and Risk of Mortality Among Middle-aged Adults in France

Francesca M.Trinastich