L’intersezione tra alimentazione, salute e degrado ambientale è attualmente un hot topic all’interno della comunità scientifica. Tuttavia, capire quali scelte alimentari promuovono contemporaneamente la salute delle persone e la sostenibilità del pianeta, per quanto essenziale, è un compito molto complesso.
Sappiamo, ad esempio, che una diminuzione del consumo di carne rossa migliorerebbe gli indicatori ambientali, ed è anche una delle raccomandazioni sanitarie più diffuse. Tuttavia, in un contesto in cui più della metà della popolazione mondiale è carente di vari nutrienti essenziali, le raccomandazioni devono essere fornite in modo molto prudente e adattato a ogni contesto.
Nel 2018, si è anche dimostrato che il 25,2% delle morti premature a livello globale è stato attribuito a diete caratterizzate da scarsa assunzione di frutta, verdura, legumi, noci e semi o cereali integrali, ma ricche di carni rosse, prodotti ultraprocessati o bevande zuccherate e da un apporto energetico sbilanciato. È stato anche dimostrato che il consumo di carne rossa e processata, con un impatto ambientale maggiore, è positivamente associato alla mortalità prematura. C’è in ogni caso bisogno di prove più solide che permettano di associare in modo chiaro e rigoroso l’adozione di diete sostenibili a un rischio statisticamente ridotto di morbidità e mortalità.
Un primo passo indiscutibile per accumulare evidenza scientifica al riguardo è quello di sviluppare e validare indici di sostenibilitá della dieta (definiti SDI dall’inglese Sustainable Diet Indexes) che siano validi e finalizzati a classificare al tempo stesso la sostenibilitá e la salubritá di modelli dietetici, attraverso la valutazione congiunta della loro qualità nutrizionale, degli impatti ambientali, della convenienza e/o accettabilitá socioculturale, secondo le direttrici dalla FAO.
Nel 2019, fu creato e validato un SDI basato su un sistema di punteggio sviluppato per adulti francesi, che includeva vari indicatori classificati in quattro sottoindici (nutrizionale, ambientale, economico e socioculturale). Questo índice, una volta adattato e validato per la popolazione adulta statunitense (SDI-US) è stato successivamente utilizzato per confermare che esiste un’associazione inversa tra l’adozione di diete sostenibili e il rischio di obesità negli adulti statunitensi (SDI-US).
L’indice è composto da 12 indicatori divisi tra 4 sottoindici che rappresentano le dimensioni nutrizionali, ambientali, economiche e socioculturali delle diete. Sommando tutti e quattro i sottoindici si calcola un punteggio SDI-US totale (intervallo: 4–20): punteggi SDI-US più alti indicano modelli alimentari più sostenibili.
Più recentemente, questo stesso índice è stato utilizzato per studiare la relazione tra l’adozione di diete sane sostenibili con il rischio di mortalità, applicandolo a un campione significativo di adulti statunitensi proveniente dallo studio NHANES 2007–18, un’indagine trasversale e rappresentativa a livello nazionale, condotta dal National Center for Health Statistics -NCHS- per monitorare lo stato di salute e nutrizionale della popolazione statunitense. Il campione analitico finale includeva 22.414 adulti statunitensi di età superiore a 20 anni. L’indice di sostenibilità è stato calcolato utilizzando richiami dietetici di 24 ore, spese alimentari e abitudini di preparazione del cibo. La mortalità per tutte le cause dal tempo basale al 31 dicembre 2019 è stata ottenuta tramite collegamento al National Death Index.
Nel corso dello studio, si sono verificati 2.100 decessi totali. Raggruppando la popolazione in studio secondo l’indice di sostenibilità dei modelli dietetici crescente (SDI-US pari a 9,8 nel Quintile 1 e pari a 16,3 nel Quintile 5) si osservò che un SDI-US più alto era associato a una riduzione del 36% del rischio di mortalità (Q5 vs Q1, HR 0,64, IC 95% 0,49-0,84, P=0,002) rispetto al quintile più basso. Stratificando la popolazione per fasce d’età, è emerso inoltre che l’associazione inversa tra SDI-US e mortalità era statisticamente significativa tra gli adulti più giovani (<65 anni, P=0,001), ma non tra quelli più anziani.
Questo studio pertanto permette di concludere che seguire un modello di dieta più sostenible secondo il punteggio SDI-US si assocerebbe a un rischio di mortalità inferiore tra gli adulti statunitensi, in particolare tra i più giovani. Ovviamente questi dati vanno confermati attraverso ulteriori studi, così come la validitá dell’indice di sostenibilitá va valutata in altri contesti.
Sara Tulipani
Riferimento bibliografico
Jung S, Young HA, Simmens SJ, Braffett BH, Ogden CL. Sustainable dietary patterns and all-cause mortality among US adults. Int J Epidemiol. 2024 Feb 1;53(1):dyad176. doi: 10.1093/ije/dyad176. PMID: 38224268; PMCID: PMC10859156.