Il microbiota intestinale mantiene una complessa interazione reciproca con i diversi organi dell’ospite. Mentre in condizioni normali questa comunità naturale di trilioni di microrganismi contribuisce notevolmente alla salute umana, la disbiosi intestinale è correlata all’insorgenza o al peggioramento di diverse malattie sistemiche croniche. Pertanto, il ripristino dell’omeostasi del microbiota intestinale con il consumo di prebiotici e probiotici può essere una strategia rilevante per prevenire o attenuare diverse complicanze cardiovascolari e metaboliche. Tra questi alimenti funzionali, il kefir è attualmente il più utilizzato e ha attirato l’attenzione degli operatori sanitari.
La scoperta che i prodotti a base di latte fermentato hanno effetti positivi sulla salute è avvenuta diversi secoli fa. Il kefir è originario della zona settentrionale delle montagne del Caucaso e il suo uso si è diffuso in tutto il mondo tramite il passaggio da persona a persona, di mano in mano. I grani di kefir sono costituiti da una complessa comunità microbica contenente specie di batteri lattici e acetici e lieviti, e vengono utilizzati per ottenere appunto un latte fermentato denominato kefir. La microflora è formata da batteri benefici (Es: Lactobacillus kefiranofaciens, Bifidobacterium) e lieviti (Es: Candida kefir) che hanno dimostrato di preservare l’eubiosi intestinale e di correggere la disbiosi aderendo al muco gastrointestinale. Questi microbi benefici proteggono quindi dall’invasione di microbi patogeni e dagli effetti citotossici delle tossine microbiche patogene.
Una recente review si è occupata dei rapporti che descrivono in particolare la fattibilità del consumo di kefir per fornire benefici nelle malattie cardiometaboliche, tra cui ipertensione, disfunzione endoteliale vascolare, dislipidemia e resistenza all’insulina. I meccanismi di azione del kefir nelle malattie cardiometaboliche includono il reclutamento di cellule progenitrici endoteliali, il miglioramento dell’equilibrio del sistema nervoso vagale / simpatico, la diminuzione della generazione eccessiva di specie reattive dell’ossigeno, l’inibizione dell’enzima di conversione dell’angiotensina, il profilo delle citochine antinfiammatorie e alterazione del microbiota intestinale.
I dati ottenuti forniscono una migliore comprensione dei meccanismi delle azioni benefiche del kefir e motivano ulteriori indagini per determinare se l’uso di questo simbiotico potrebbe anche essere tradotto in miglioramenti clinici nelle malattie cardiometaboliche.
Si prevede anche che, nel prossimo futuro, l’analisi del microbioma intestinale potrebbe essere utilizzata di routine per determinare l’adeguata prescrizione di agenti simbiotici a pazienti affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche malattie.
Elisabetta Marotti
Per approfondimenti
“Mechanisms of Action of Kefir in Chronic Cardiovascular and Metabolic Diseases”
Fabio S Pimenta et al; Cell Physiol Biochem, 2018;48(5):1901-1914.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30092577/
https://www.karger.com/Article/FullText/492511