image Nonostante le attuali convinzioni, l’assunzione del tipo di zucchero (e di conseguenza la sola scelta di carboidrati a basso indice glicemico) non sembra direttamente associata alla steatosi epatica non alcolica. Ciò è quanto emerge da un nuovo studio pubblicato in Gastroenterology, la rivista ufficiale della American Gastroenterological Association. Piuttosto, sono le diete ad alto contenuto calorico che favoriscono la progressione di questa grave forma di malattia del fegato.
Alcuni ricercatori dell’Università di Nottingham hanno condotto uno studio in doppio cieco su pazienti di sesso maschile in buono stato di salute, caratterizzati da sovrappeso centrale (aumento del girovita, cioè pancia! ndr). La sperimentazione aveva lo scopo di confrontare gli effetti sul fegato di regimi alimentari caratterizzati da un elevato consumo di due tipi di zucchero a diverso indice glicemico (glucosio e fruttosio) in due condizioni: nel mantenimento del peso corporeo (dieta a moderato contenuto calorico ) e nell’aumento di peso (regime alimentare ad alto contenuto calorico) .
Nel primo periodo i soggetti sono stati alimentati con diete ricche di glucosio o di fruttosio ma con un apporto calorico totale in grado di mantenere costante il peso corporeo. Qui, sia il gruppo alimentato con grandi quantità di glucosio, quanto di fruttosio non mostrava variazioni significative sulla fisiologia del fegato . Al contrario, quando sottoposti ad un regime alimentare ipercalorico, entrambi i gruppi, sia quelli nutriti con un eccesso di glucosio, quanto con un surplus di fruttosio mostravano, in maniera equivalente, variazioni epatiche tipiche della steatosi non alcolica, nonché un aumento dei valori sierici delle transaminasi e trigliceridi del tutto sovrapponibile.
Questi risultati indicano che il fruttosio e il glucosio hanno effetti comparabili sul fegato ma, cosa più importante, che il fattore principale responsabile della progressione della malattia epatica è l’eccesso calorico e non l’indice glicemico.
Sulla base di questi risultati risulta evidente che per prevenire la steatosi epatica non alcolica non è sufficiente preoccuparsi di ridurre il solo apporto di carboidrati, ovvero di ridurre l’indice glicemico sostituendo il glucosio con il fruttosio. Piuttosto, occorre mantenere seriamente sotto controllo il totale delle calorie assunte giornalmente, evitando regimi alimentari ipercalorici.
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Giacomo Pagliaro
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