Il Selenio (SE) è un minerale presente in tracce nel nostro organismo ed è essenziale per la nostra salute. È presente nel suolo ed in alcuni vegetali. Gli alimenti più ricchi di SE sono: lievito, noci brasiliane, orzo, verdure a foglia verde, funghi shiitake e champignon. Anche gli animali (pesce-frutti di mare-carne di manzo e pollame), che consumano una buona dose di vegetali, sono una fonte preziosa di selenio per il nostro organismo. Il SE è presente negli alimenti vegetali in forma organica come selenio-metionina (SelMet), che ha una biodisponibilità del 90%. Forme inorganiche come selenato e selenite sono utilizzate di solito per supplementare e sono anch’esse altamente biodisponibili.
La carenza di SE si verifica quando il consumo di selenio è inadeguato, in genere a causa della scarsità di fonti di Selenio in una data regione. È interessante notare che molte malattie da carenza di SE sono collegate a concomitante carenza di vitamina E. Il fabbisogno minimo giornaliero di Selenio raccomandato per il funzionamento biologico ottimale è di 70 e 55 microgrammi (mcg) al giorno per uomini e donne, rispettivamente . Tuttavia, questo livello è considerato basso sulla base di altri studi, e alcune pubblicazioni stabiliscono il requisito minimo a 90 mcg al giorno per adulto.
La carenza di SE è ubiquitaria, a causa di un’assunzione inadeguata. Da notare che i pazienti con fenilchetonuria o con altre malattie che comportano una restrizione dietetica severa sono particolarmente vulnerabili alla carenza di Selenio. Nel mondo, il paese che ha meno carenza di SE sono gli Stati Uniti, i paesi che sembrano avere maggiore carenza sono Cina e Nuova Zelanda, in Europa il fanalino di coda era rappresentato dalla Finlandia, che ha provveduto al problema arricchendo il terreno di fertilizzanti con SE.
Di seguito elencherò tutte le patologie correlate ad una carenza di SE.
La malattia di Keshan è una cardiomiopatia congestizia associata a insufficienza cardiaca, dilatazione cardiaca, anormalità dell’elettrocardiogramma (ECG), ritmo di galoppo e shock cardiogeno. Questa condizione si è manifestata tipicamente in bambini e donne in età fertile, in forma endemica in Cina, con il 50% di morbilità e mortalità non rara. In questi pazienti era anche molto frequente l’esposizione a sostanze chimiche o la pregressa infezione con i Coxsackievirus. La supplementazione di selenio sotto forma di sale fortificato è riuscita a diminuire l’incidenza di questa condizione.
La malattia di Kashin-Beck è una deformità invalidante delle ossa, della cartilagine e delle articolazioni che porta a ingrossamento delle articolazioni e movimenti limitati. Visto principalmente in parti del Tibet, Cina, Siberia e Corea del Nord, ha una patogenesi multifattoriale tra cui la carenza di selenio è una causa scatenante.
Il selenio nel nostro organismo svolge numerose funzioni essenziali, sotto forma di seleno-proteine. Delle 35 seleno-proteine che sono state identificate finora, 3 di esse sono chiamate iodotironine deiodinasi e svolgono un ruolo nel metabolismo degli ormoni tiroidei. In effetti, la tiroide contiene la massima concentrazione di selenio di tutti gli organi nel nostro corpo. Una di queste tre proteine, la iodotironina deiodinasi converte la tiroxina inattiva nella sua forma attiva. La seconda è abbondante nel sistema nervoso centrale (SNC), nel grasso bruno e nei muscoli scheletrici e svolge anche un ruolo nell’attivazione degli ormoni tiroidei. La terza seleno-proteina ha un ruolo nella disattivazione degli ormoni tiroidei. La Glutatione perossidasi è un enzima dipendente dal SE che protegge le membrane cellulari e gli organelli contenenti lipidi dal danno perossidativo. Agisce in combinazione con la vitamina E per mantenere l’integrità delle membrane cellulari, partecipando alle reazioni redox con il glutatione che produce perossido di idrogeno. La carenza di SE aggrava la tossicità del sottoprodotto redox e il danno ossidativo alle membrane cellulari. Inoltre, il deficit di selenio ha dimostrato di trasformare virus innocui in ospiti in agenti patogeni virulenti, una probabile eziologia nello sviluppo della malattia di Keshan.
Il SE è anche un nutriente cruciale nei pazienti infetti da HIV. Più di 20 articoli hanno riportato la perdita di conta dei CD4 che è parallela al calo dei livelli plasmatici di selenio. Gli studi indicano che il selenio promuove la differenziazione delle cellule T CD4 + nelle cellule T-helper-1 (Th1). Questo a sua volta è stato collegato alla diminuzione dei ricoveri ospedalieri da co-infezioni, in particolare da infezioni da micobatteri, in individui con infezione da HIV. Il SE, perciò, è legato alla prevenzione della progressione dell’HIV all’AIDS. Sembra inoltre che questo minerale sia anche protettivo nei pazienti infetti da epatite B o C nella progressione verso la neoplasia.
Anche se attualmente il selenio è stato collegato a una maggiore reattività della risposta immunitaria, il suo ruolo nella prevenzione del cancro è limitato in questo momento. Quello che si sa con certezza è che aumenta l’effetto citotossico delle cellule natural killer e che aumenta l’attività di cellule T e macrofagi. Inoltre stimola la produzione di anticorpi ed è sinergico con la vitamina E, per quanto riguarda il processo di invecchiamento delle cellule. Protegge dagli effetti tossici di metalli pesanti quali piombo, cadmio, arsenico, mercurio e composti organici come gli erbicidi. Numerosi studi hanno dimostrato che la carenza di selenio può portare a un umore depresso e un comportamento più ostile. Anche il tasso di turnover di alcuni neurotrasmettitori è influenzato dal deficit di selenio. La concentrazione di selenio nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer è inferiore del 60% rispetto a quella riscontrata nei controlli sani.
Il SE è essenziale per la biosintesi del testosterone e la formazione e lo sviluppo di spermatozoi normali. Il tessuto testicolare contiene grandi concentrazioni di selenio ed è responsabile della qualità dello sperma e della salute della fertilità maschile. I dati riguardanti la fertilità femminile e il selenio sono scarsi. I sintomi di una grave carenza di selenio sono principalmente legati ai muscoli, alle articolazioni e al cuore. Una carenza moderata porta ad un aumento dell’infertilità negli uomini, a cancro alla prostata e a malattie neurologiche. La carenza di SE può presentarsi con molti sintomi diversi. È anche più probabile che la carenza di selenio sia prevalente in una comunità nel suo complesso, piuttosto che solo in casi sporadici. Tipicamente, se si sospetta, si possono controllare i livelli di questo minerale e nel siero e nel capello. Il vantaggio di utilizzare quest’ultimo è che nelle regioni endemiche è più facile raccogliere campioni di capelli del cuoio capelluto in lavoratori non specializzati, piuttosto che cercare di raccogliere campioni di sangue per verificare i livelli di selenio. Gli altri parametri che possono essere controllati sono l’attività della glutadione perossidasi nel plasma, negli eritrociti, nei trombociti o nel sangue intero. La concentrazione di selenoproteina P è anche un buon indicatore di laboratorio dello stato di selenio nei pazienti. Ovviamente la carenza di questo minerale non è mortale, ed è passibile di integrazione. La biofortificazione è stata l’approccio utilizzato per affrontare questo problema, concimando i terreni agricoli. Alternativamente l’arricchimento delle fonti di cibo attraverso i foraggi con composti di SE, per esempio, uova (o meglio i tuorli) con più SE è anche un altro approccio che è stato usato per aumentare il contenuto nutrizionale di selenio. In molti paesi, uova, carne e latte fortificati con selenio sono stati introdotti con successo. L’utilizzo di microrganismi per la produzione di alimenti funzionali come il lievito di SE è un altro approccio che viene utilizzato. Il SE, viene integrato sotto forma di sali organici, selenite e selenato, e pertanto è difficile che con le integrazioni si vadano a raggiungere livelli tossici per la popolazione.
In conclusione, sembra lapalissiano che una dieta equilibrata sia il modo migliore per evitare la carenza di selenio.
Per ulteriori approfondimenti: Selenium, Deficiency Aparna P. Shreenath; Jennifer Dooley.Author Information Last Update: February 20, 2018.
Dott.ssa Stefania De Chiara