Le diete spesso falliscono, si sa. Tra le varie cause dell’insuccesso, non bisogna sottovalutare la vera e propria dipendenza mentale dai cibi spazzatura che fa sì che il cervello preferisca il cosiddetto junk food, cedendo prima o poi alla tentazione di: patatine fritte, condimenti, snack e dolciumi, abbandonando i cibi salutari meno appetibili a causa di un cervello non sufficientemente “allenato”.
Ma combattere questa sorta di dipendenza si può. Ricercatori della Tufts University e del Massachusetts General Hospital di Boston hanno recentemente dimostrato, per la prima volta, che questo circolo vizioso si può non solo interrompere, ma anche invertire, allenando la mente a gradire e a “dipendere” da cibi più salutari.
Come testimonia il lavoro pubblicato su Nutrition & Diabetes, gli studiosi hanno sperimentato un nuovo programma di perdita di peso (“dieta comportamentale”) basato su un regime alimentare ad alto contenuto di fibre, basso contenuto calorico e basso indice glicemico, associato a un programma educativo composto da 19 sessioni didattiche di 60 minuti, offerte ai soggetti in studio lungo la durata dell’esperimento, e finalizzate a fornire una profonda rieducazione sulle corrette abitudini alimentari.
Attraverso la tecnica di risonanza magnetica per imaging (MRI), gli autori della ricerca hanno monitorato le risposte del cervello di 13 uomini e donne in sovrappeso o obesi, suddivisi in due gruppi, uno sottoposto alla dieta comportamentale (n=8) e l’altro alla dieta di controllo (n=5).
L’intervento multidisciplinare ha permesso al cervello degli individui di cambiare le loro preferenze. All’inizio dell’esperimento in tutti i volontari i cibi non salutari attivavano le aree del cervello legate alla dipendenza e all’apprendimento, mentre, dopo 6 mesi, il cervello di coloro che avevano seguito la dieta comportamentale dimostrava di essere diventato dipendente dai cibi sani ed a basso contenuto calorico, e non più dagli altri.
Riferimento bibliografico:
Nutrition & Diabetes (2014) 4, e129; doi:10.1038/nutd.2014.26
Published online 1 September 2014
http://www.nature.com/nutd/journal/v4/n9/full/nutd201426a.html