Può l’obesità rimodellare il nostro senso del gusto?
L’obesità può alterare, a livello profondo, il nostro modo di percepire i gusti. Ciò è quanto emerge da uno studio pubblicato su PLoS ONE da ricercatori dell’Università di Buffalo. Qui, in particolare, è stato messo in evidenza che topi in… Leggi di più
Obesità: scoperto un nuovo meccanismo che incrementa l’appetito
Nonostante gli sforzi, molte persone affette da obesità continuano a consumare troppo cibo (iperfagia) rispetto alle loro riserve ed esigenze. Tuttavia in questi pazienti l’ormone della fame, la Grelina, è frequentemente ritrovato a livelli normali o, addirittura, ridotti. Il… Leggi di più
Un segno dei tempi: il cinese grasso
Si, questa è la notizia che arriva dalle ultime ricerche di epidemiologia della nutrizione sebbene qualche autore già da tempo avesse parlato della mutata situazione. Il fenotipo orientale ed in particolare il cinese, è caratterizzato da un piuttosto -piccolo e tendenzialmente- magro fisico che diventa asciutto se uomo mentre filiforme se donna. Oggi c’è una nuova realtà: il cinese obeso e responsabile di tutto ciò sembra essere l’avvento della cultura del fast-food e/o Junk Food. Leggi di più
L’Obesità in Europa si avvicina ai dati americani
L’obesità sappiamo essere ormai da tempo al centro di numerose attenzioni non solo da un punto di vista squisitamente medico. Ha suscitato infatti l’interesse anche di esperti di salute pubblica, economisti e …. statisti date le sue numerose implicazioni. Oltre alla copiosa letteratura scientifica su tale problematica ora a richiamare l’attenzione è anche l’Associazione Europea per lo studio dell’Obesità (EASO). Recenti dati hanno evidenziato che l’obesità in Europa sta crescendo in maniera esponenziale e sta raggiungendo le percentuale americane, da sempre considerate molto preoccupanti. Ecco ciò che è emerso da un recente studio che ha visto il coinvolgimento di 7.000 adulti tra cui Italiani, Inglesi, Irlandesi, Tedeschi, Francesi e Spagnoli. Nell’ultimo anno la percentuale di obesi si è triplicata arrivando al 24% vs il 27% degli americani. Leggi di più