Dieta chetogenica: i 5 errori da evitare

Prima ancora di intraprendere una terapia chetogenica è importante conoscere gli errori che spesso vengono commessi involontariamente e che possono bloccare la chetosi. Conoscerli consente di evitare il rischio di ritardi nel raggiungimento dei propri obiettivi di benessere e salute.

La dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (Very Low Calorie Ketogenic Diet o VLCKD) è il primo step di un protocollo di dimagrimento che sta avendo moltissima risonanza in tutto il mondo. È basata su un’alimentazione altamente ipocalorica, con moderato apporto di proteine e grassi ma un bassissimo contenuto di carboidrati.

È una fase di attacco che permette una perdita di massa grassa rapida e cospicua. Nonostante sia solita dare ottimi risultati, però, c’è anche chi fa difficoltà a raggiungere gli obiettivi di perdita di peso. In questi casi bisogna verificare se si stiano commettendo errori che bloccano la chetosi e possono compromettere tutto il percorso.

Continua a leggere per sapere gli errori commessi più frequentemente e cosí evitarli.

  1. Optare per una chetogenica “fai-da-te”

La chetogenica è una terapia e non una semplice dieta. Non si può improvvisare una terapia chetogenica “fai da te”: se non gestita da un esperto il rischio di fare danni è altissimo. Si passerebbe dall’avere importanti benefici (diminuzione della pressione arteriosa e del colesterolo, ad esempio) al fare male al proprio organismo. Quindi, è fondamentale sottoporsi a una anamnesi approfondita da parte di uno specialista, che prenda in considerazione i principali fattori incidenti, tra cui problemi di salute, uso di farmaci, motivazione e stile di vita.

  1. Non assumere gli integratori di sali minerali

Purtroppo alcune persone cercano di risparmiare proprio sui sali minerali, non capendo che non reintegrarli puó creare loro non pochi porblemi. Come discusso in un ARTICOLO PRECEDENTE, la dieta chetogenica induce un aumento della concentrazione plasmatica dei corpi chetonici al di sopra del normale (chetosi nutrizionale).

Il corpo cerca di liberarsi dell’ eccesso dei corpi chetonici aumentando la diuresi.

Inoltre, i corpi chetonici sono molecole fortemente anioniche (cioè hanno una carica negativa) e, di conseguenza, anche minerali carichi positivamente (sodio, potassio, calcio, selenio, magnesio) vengono persi nelle urine proprio per neutralizzarne la carica.

La perdita urinaria di questi minerali è quindi aumentata. Se non compensata dall’uso di integratori, può provocare gravi disturbi dell’equilibrio elettrolitico, crampi muscolari, debolezza, affaticamento.

La perdita di elettroliti deve essere attentamente monitorata da un professionista ed è ESSENZIALE l’assunzione di sali minerali, che saranno associati ad un’abbondante idratazione.

Il sodio di solito non è compreso negli integratori minerali della dieta chetogenica. Pertanto è necessario assumere circa 2,500-3,000 mg di sodio al giorno attraverso l’alimentazione.

LEGGI Controindicazioni e rischi della dieta chetogenica

Quando si segue la keto diet è anche fondamentale idratarsi bene, dato che l’aumentata diuresi legata all’escrezione aumentata di corpichetonici e minerali può comportare disidratazione, debolezza e nervosismo. Ecco perché è necessario bere circa 2-2,5 litri di acqua al giorno.

  1. Consumare alimenti non previsti nella dieta chetogenica

Un banale e minimo errore porta all’uscita dalla chetosi e alla vanificazione degli sforzi.

Per esempio, è importante ricordare che NON è consentito prendere un caffè della macchinetta al lavoro, un chewingum senza zucchero, un frutto o aggiungere del semplice succo di limone a una insalata.

Per lo stesso motivo è altamente sconsigliato consumare prodotti precucinati (a maggior ragione se impanati, ma non solo!) o andare al ristorante: i carboidrati potrebbero essere non visibili…ma presenti.

Basti pensare che non vanno assunte neanche le tisane se contenenti pezzi di frutta, proprio perché, che sia essiccata o fresca, la frutta contiene carboidrati e se assunta in una certa quantità potrebbe farci uscire dalla chetosi. Anche molti farmaci (o sciroppi contenenti zucchero) sono da evitare durante una terapia VLCKD.

  1. Saltare i pasti o eccedere

Altro errore comune é quello di saltare i pasti prescritti dal professionista esperto che accompagna nella terapia chetogenica. Succede perché, forti del senso di sazietà e energia che offre la terapia VLCKD già dopo i primi giorni di induzione della chetosi nutrizionale, la persona pensa che mangiando meno dimagrirà più in fretta.

E qui l’errore.

Saltando i pasti non si modificherà di molto l’assunzione di carboidrati (già di per sé bassissima) ma sicuramente verrà a mancare l’assunzione di proteine, fondamentale per non mettere a rischio la massa muscolare. Il risultato: che invece di perdere grasso inizieremmo a “mangiare” i nostri propri muscoli. Essendo il tessuto magro (e i muscoli per eccellenza) il tessuto metabolicamente più attivo, perdendo massa muscolare andiamo ad addormentare il metabolismo e sarù più facile recuperare parte del chili persi non appena torneremo a un’alimentazione di mantenimento.

  1. Saltare le fasi di transizione

Il re-inserimento degli alimenti che contengono carboidrati deve essere assolutamente graduale, iniziando per esempio con piccole quantità di frutta poco zuccherina, passando poi ad ampliare la scelta di verdure e ortaggi (per esempio, re-introdurre le carote e le cipolle), introducendo piccole quantitá di legumi, e poi cereali sempre in modo progressivo.

Di solito si calcola che la transizione progressiva verso la re-introduzione degli alimenti evitati nella dieta chetogenica deve durare ALMENO per la stessa durata della chetogenica stessa. ¨È quindi assolutamente sconsigliato (ma ahimé frequente nelle diete fai-da-te) riprendere in modo repentino il consumo di alimenti contenenti alte quantità di carboidrati. Al di lá dell’effetto deleterio sulla composizione corporea (si riattiva bruscamente lo stoccaggio di grassi nel tessuto adiposo), l’effetto è un vero e proprio shock inferto al pancreas, da giorni “in vacanza” non dovendo produrre che minime quantità di insulina.

Uno shock che viene pagato caro.

 

Sara Tulipani

www.saratulipani.com

Life Coach specializzata in cambi di alimentazione e stile di vita,

Dottore di Ricerca in Alimenti e Salute,

Tutor Accademico dei Master Internazionale in Nutrizione e Dietetica – FUNIBER