Una nuova ricerca condotta dall’Università della East Anglia, in collaborazione con i ricercatori della Leiden University Medical Center (Netherlands), dell’Università di Parma (Italy) e del Quadram Institute (UK), ha voluto studiare il potenziale neuroprotettivo dei mirtilli rossi, una proprietà di questi frutti di bosco, che è già stata analizzata in diversi studi.
Con l’avanzare dell’età, aumenta il rischio di declino cognitivo, e i fattori di rischio modificabili, come la dieta, possono essere importanti per proteggerci da tale processo.
A tale scopo, per analizzare l’effetto protettivo e positivo dei mirtilli rossi sulla salute, i ricercatori hanno realizzato uno studio randomizzato parallelo controllato con placebo della durata di 12 settimane.
Lo studio ha coinvolto 60 soggetti adulti sani a livello cognitivo con un’età compresa tra i 50 e gli 80 anni: una parte di loro ha consumato l’equivalente di una tazza di polvere di mirtilli rossi liofilizzata per 12 settimane, mentre gli altri hanno consumato un supplemento placebo.
I risultati dello studio sono stati incoraggianti, difatti essi hanno rilevato che i soggetti che avevano consumato mirtillo rosso, mostravano miglioramenti nella memoria episodica visiva, nel funzionamento neurale e nella perfusione cerebrale. Esplorare i migliori siti e vedere quali giochi di casinò possono essere trovati è un ottimo modo per scoprire quali slot ti piacciono più.
Inoltre, sono stati osservati miglioramenti anche riguardo il colesterolo. Il Dr. David Vauzour, uno degli autori dello studio, spiega che i soggetti che consumavano mirtillo rosso mostravano una netta diminuzione dei livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”.
Si tratta di risultati incoraggianti che, secondo il ricercatore, suggeriscono che i mirtilli rossi apportano benefici anche alla salute vascolare e alla perfusione cerebrale e quindi alla cognizione. Dunque, includere i mirtilli rossi nella dieta può migliorare la memoria e in generale il funzionamento neurale.
Tali risultati sono stati ottenuti in sole 12 settimane, promettendo così benefici in poco tempo. Dunque sulla base di questi risultati potranno essere eseguiti futuri studi per valorizzare e accreditare tale scoperta.
Lo studio: