Funghi del Microbiota intestinale e sviluppo dell’obesità

Secondo un nuovo studio pubblicato su mSphere, un diario della American Society for Microbiology, una dieta ad alto contenuto lipidico, è in grado di modificare il microbiota fungino intestinale. Ciò, può svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’obesità. In passato è già stato dimostrato che la componente batterica del microbiota intestinale sia implicata nello sviluppo dell’obesità. Il presente lavoro dimostra che anche i funghi ed i lieviti intestinali possano svolgere tale ruolo.

Di conseguenza per poter comprendere bene la relazione microbiota-obesità occorre tenere in considerazione tutte le tipologie di microrganismi presenti nel tratto gastro-intestinale, le loro interazioni intra ed inter specifiche nonché i rapporti con le cellule dell’Ospite.

Negli ultimi anni, molti studi hanno dimostrato che esiste una relazione forte tra Microbiota Intestinale ed Obesità. Però, tutti gli studi condotti, si sono focalizzati solo sul ruolo eziopatologico dei batteri intestinali. In effetti, si è proceduti alla caratterizzazione del microbiota batterico nei soggetti magri e in quelli obesi, ignorando il potenziale contributo fornito sulla salute metabolica dai funghi o da altre tipologie microbiche non batteriche. I funghi hanno recentemente dimostrato, in più sperimentazioni, di essere in grado di sostenere una condizione infiammatoria a livello intestinale. Questi organismi, anche se rappresentano una piccola componente del microbiota, sono molto importanti in quanto rappresentano come serbatoio per gli agenti patogeni e per le specie di ceppi chiave con ruoli critici nel mantenimento della funzione del microbioma intestinale.

In questa nuova sperimentazione, il gruppo di topi alimentati con una dieta ad alto contenuto lipidico mostrava abbondanze significativamente diverse in 19 tipologie batteriche e 6 fungine rispetto al gruppo di topi alimentati con una dieta standard. Rispetto a quanto ci si aspettasse, la biodiversità del microbiota intestinale risultava significativamente ridotta nelle diete ad alto contenuto lipidico rispetto alle diete standard. I ricercatori hanno anche identificato correlazioni di coabbondanza tra specie fungine e batteriche nei topi alimentati attraverso una dieta standard e hanno scoperto che il numero di queste correlazioni diminuiva nei topi sottoposta ad una High Fat Diet.

Di conseguenza, ciò che emerge è che non solo la comunità fungina risente dei cambiamenti dietetici (come per altro esiste già una chiara consapevolezza). Piuttosto, è interessante osservare che i cambiamenti dietetici siano in grado di modificare anche le relazioni inter-specifiche funghi-batteri. Ciò dimostra, se ce ne fosse stata la necessità, che i Regni microbici intestinali non sono isolati: modificandone la struttura di uno si hanno ripercussioni (anche profonde) sugli altri.

I risultati dello studio sostengono quindi la necessità di includere anche il Regno dei funghi negli studi che cercano di scoprire nuovi collegamenti tra microbiomi intestinali e salute metabolica. Purtroppo ad oggi il sequenziamento dei funghi è più impegnativo rispetto a quello batterico. E da qui la necessità di ricercare metodi più semplici ed efficaci per avere una descrizione accurata della composizione microbica allargando lo spettro degli organismi bersaglio.

Giacomo Pagliaro

Per maggiori informazioni

http://msphere.asm.org/content/msph/2/5/e00351-17.full.pdf