Over-serving-behind-overeatingLe dimensioni delle porzioni e una tavola ben apparecchiata sembrano influenzare le scelte alimentari, l’assunzione del cibo e la prevalenza dell’obesità.

I dati arrivano da una recente revisione di 61 pubblicazioni scientifiche – quasi settemila le persone coinvolte – condotta da un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge e pubblicata sul Cochrane Database of Systematic Reviews. L’indagine ha evidenziato il costante  incremento delle porzioni dei prodotti industriali rispetto al passato.

Non solo è emersa la relazione tra le quantità di cibo e bevande che arrivano in tavola  e l’incremento  dei consumi, ma anche l’influenza negativa di una tavola ben apparecchiata, con più posate e bicchieri, rispetto a modelli più spartani.

Gli autori dell’indagine, tra cui Gareth Hollands, ricercatore del dipartimento di sanità pubblica e cure primarie dell’ateneo britannico, affermano che la riduzione delle porzioni – in casa, nei prodotti in vendita al supermercato e dei pasti nei ristoranti – può essere un fattore incisivo nella lotta al sovrappeso e all’obesità. Rimpicciolendo le portate si potrebbe arrivare a ridurre dell’assunzione di energia fino al 16% tra gli adulti del Regno Unito (equivalente a quasi 300 Kcal) o il 29% tra gli adulti americani (equivalente di un massimo di 527 kcal al giorno). La portata di questo effetto non sembra variare sostanzialmente tra uomini e donne, o in base all’indice di massa corporea delle persone, alla suscettibilità alla fame, o alla tendenza a controllare consapevolmente il loro comportamento alimentare.

Anche se la revisione non stabilisce definitivamente se i cambiamenti significativi ottenuti a breve termine possano effettivamente tradursi in riduzioni sostenute o significative del consumo sul lungo termine, secondo il Dott. Hollands “la ricerca accende una luce sull’importanza dei fattori ambientali e del comportamento nel consumo di cibo”.

“Queste informazioni aiuteranno le persone ad evitare di presentare porzioni troppo abbondanti a tavola e ad assumere porzioni più contenute di cibo e bevande sia al ristorante che a casa. Può sembrare ovvio che maggiore è la dimensione della porzione, maggiormente lagente mangia, ma fino a questa revisione sistematica l’evidenza di questo effetto è stato frammentario, così come il quadro generale, fino ad ora, è stato poco chiaro. C’è stata anche una tendenza a porre le caratteristiche personali (come essere in sovrappeso o la mancanza di autocontrollo) tra i motivi principali per cui certe persone tendono a mangiar troppo. In effetti, la situazione è molto più complessa. Le nostre scoperte mettono in evidenza il ruolo importante delle influenze ambientali sul consumo di cibo. Aiutare le persone a evitare l’ ‘overserving’ riducendo le dimensioni delle porzioni di cibo o bevande a disposizione in punti vendita alimentari, ristoranti e in casa, è probabilmente un buon punto di inizio per evitare eccessi di consumo”.

I ricercatori propongono una serie di potenziali azioni che potrebbero essere adottate per ridurre l’overserving, tra cui: ridurre soprattutto le dimensioni di porzioni di alimenti e bevande ad alta densità energetica (ad esempio, cibi grassi, dolci e bevande zuccherate), le dimensioni di stoviglie, posate e bicchieri per il loro consumo; chiarire nelle etichette se si tratta di porzioni monodose o no, limitare le pratiche tariffarie per cui porzioni e pacchetti di dimensioni maggiori costano meno in termini monetari relativi (e talvolta assoluti); e limitare promozioni di prezzo su porzioni e pacchetti dimensioni maggiori.

Ahimè, molte delle azioni evidenziate per limitare le dimensioni delle porzioni prevedono la richiesta di una regolamentazione o legislazione favorevole, supportata dalla domanda attiva da parte dei consumatori e delle e attività commerciali coinvolte.
Il messaggio è quindi rivolto a tutti, consumatori, governi e ristoratori.

La revisione è accessibile online al link:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD011045.pub2/abstract