Secondo un recente studio pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, il consumo quotidiano di frutta riduce il rischio di diabete di tipo 2.
I ricercatori hanno confrontato l’assunzione di frutta con i livelli di zucchero nel sangue di 7.675 partecipanti all’Australian Diabetes, Obesity and Lifestyle Study. I partecipanti erano per il 45% maschi con una età media di 54 anni +/- 12.
Il consumo di frutta e di succhi frutta è stato valutato attraverso la somministrazione di un questionario sulla frequenza alimentare al baseline. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare la loro frequenza abituale di assunzione di prodotti alimentari, negli ultimi 12 mesi, utilizzando un elenco di 74 prodotti alimentari con 10 opzioni di risposta in frequenza che vanno da “mai” a “tre o più volte al giorno”. Gli alimenti includevano succhi di frutta e 10 diversi tipi di frutta. La dimensione delle porzioni è stata calcolata utilizzando fotografie di porzioni in scala di diversi tipi di cibo. Il frutto più comunemente consumato erano le mele, che contribuivano per circa il 23% all’assunzione totale di frutta, seguite da banane (~ 20%) e arance e altri agrumi (~ 18%). Tutti gli altri frutti hanno contribuito per meno dell’8% ciascuno all’assunzione totale di frutta.
Rispetto ai partecipanti con l’assunzione totale di frutta più bassa (Q1), quelli con l’assunzione più alta (Q4) avevano maggiori probabilità di essere donne, leggermente più anziane, più attive fisicamente, meno svantaggiate, con un grado di istruzione più elevato e con minore probabilità di essere fumatrici.
I meccanismi biologici alla base degli effetti benefici della frutta sulla regolazione del glucosio e sul rischio di diabete sono probabilmente multipli. Oltre al loro basso contributo all’apporto energetico, la maggior parte dei frutti ha in genere un basso carico glicemico, pur essendo ricchi di fibre, vitamine, minerali e sostanze fitochimiche, che danno il loro contributo. Un ruolo importante è svolto dalla fibra: sia la fibra insolubile che quella solubile migliorano il controllo glicemico. Tuttavia, prove recenti suggeriscono che si possono ottenere maggiori benefici dalla fermentazione delle fibre solubili da parte del microbioma intestinale, aumentando la produzione di acidi grassi a catena corta, che hanno dimostrato di modulare il metabolismo del glucosio. Inoltre, molti frutti, comprese le mele, sono ricchi di flavonoidi, una classe di sostanze fitochimiche che si ritiene migliorino la sensibilità all’insulina, potenzialmente diminuendo l’apoptosi e promuovendo la proliferazione delle cellule β pancreatiche e riducendo l’infiammazione muscolare e lo stress ossidativo. Inoltre, l’assunzione di frutta può influenzare indirettamente il rischio di diabete di tipo 2 prevenendo o gestendo l’eccesso di adiposità, verosimilmente attraverso una maggiore quantità di fibre alimentari che contribuiscono alla sazietà.
I partecipanti con un consumo moderato di frutta di due porzioni al giorno avevano un migliore controllo della glicemia e una probabilità del 36% in meno di sviluppare il diabete dopo cinque anni rispetto a coloro che mangiavano la quantità più bassa di frutta.
I risultati di questo studio supportano l’incoraggiamento al consumo di frutta intera, ma non di succhi di frutta, per preservare la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Promuovere una dieta e uno stile di vita sani che includano il consumo di frutti popolari come mele, banane e arance, con un’ampia disponibilità geografica, può ridurre l’incidenza del diabete di tipo 2.
Elisabetta Marotti
Per approfondimenti:
“Associations Between Fruit Intake and Risk of Diabetes in the AusDiab Cohort”
Nicola P Bondonno et al. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, dgab335 https://doi.org/10.1210/clinem/dgab335. Published: 02 June 2021
https://academic.oup.com/jcem/advance-article/doi/10.1210/clinem/dgab335/6290732