Titolo inconsueto ma questo è quanto trovato e proposto dal ricercatore Duarte.

Lo sforzo comune di antropologi, biochimici, genetisti e archeologi ha permesso di ricostruire in maniera efficace almeno le tappe principali del lungo cammino che ha portato all’evoluzione della nostra specie. Siamo tutti convinti che siamo quello che siamo grazie ad un complesso sistema di meccanismi che vedono il coinvolgimento e lo studio di antropologi, biochimici, genetisti, archeologi e nutrizionisti. Stretto è sempre stato il legame uomo-natura oscillando tra desiderio di dominarla e volontà di amarla.

https://i0.wp.com/www.rupestreweb.info/originofart4.jpg

Oggi i ricercatori pubblicano un interessante risultato che lega considerazioni di carattere nutrizionale alla propensione all’arte e all’estetica dell’uomo, nata a partire dall’uomo di Neanderthal.

Fulcro della ricerca è l’ocra rossa – il cibo di origine marina e il cervello umano.

Già 200.000 anni fa l’uomo utilizzava a scopo ornamentale l’ocra rossa — un pigmento inorganico naturale derivato da un minerale ricco di ferro (ematite) — e le conchiglie. È ormai ben noto il ruolo del cibo di origine marina nell’evoluzione del cervello sia per il suo contenuto in acidi grassi omega 3 che nello sviluppo delle capacità cognitive per il contenuto di minerali quali iodio, litio e ferro oltre alle proteine che lo contengono: emoglobina e ferritina.

Carlos M. Duarte, ricercatore e autore dello studio, aggiunge all’effetto diretto sull’evoluzione del cervello del consumo di alimenti di origine marina anche il possibile ruolo dell’ocra rossa. Questa è costituita da una forma stabile, insolubile e ossidata di ferro (Fe2O3), ma anche da forme non emiche, come ferriidrite, magnetite e maghemite metastabili e, soprattutto quando si depositano in ambiente acido, bio-disponibili.

La loro bio-disponibilità aumenta se si mescolano al cibo, al midollo osseo e al carbone come avviene d’abitudine in alcune popolazioni. Ferriidrite e maghemite, con diversi ligandi, sono utilizzate attualmente nella supplementazione di ferro per curare l’anemia.
L’ocra rossa può essere stata perciò verosimilmente una fonte di ferro indispensabile per il cervello, soprattutto nei momenti iniziali dello sviluppo, sia per contaminazione accidentale sia perché mescolata al cibo.

Poiché il cibo di origine marina non è molto ricco di ferro, l’uso dell’ocra avrebbe potuto sopperire a questa carenza, soprattutto per le donne in gravidanza che ne hanno una maggiore necessità, favorendo lo sviluppo del cervello e la riproduzione.

Letizia Saturni

Fonte: Red ochre and shells: clues to human evolution