Secondo uno studio americano, consumare pesce al forno o alla griglia una volta alla settimana può prevenire la perdita di volume della materia grigia correlata all’età, indipendentemente dalla quantità di acidi grassi omega-3 che contiene.
I ricercatori della scuola di medicina dell’Università di Pittsburgh hanno testato, dal 1989 al 1999, 260 soggetti cognitivamente normali di età superiore ai 65 anni. I partecipanti hanno compilato questionari circa il proprio consumo di pesce, hanno effettuato esami del sangue e imaging a risonanza magnetica (MRI) del cervello.
Lo scopo dello studio era quello di determinare se il consumo di pesce nella dieta fosse legato all’integrità strutturale del cervello degli anziani cognitivamente normali.
Le scansioni del cervello hanno mostrato che gli over 65 che consumavano pesce settimanalmente avevano grandi volumi di materia grigia nelle aree responsabili della memoria (4,3%) e della cognizione (14%).
Il Dr. Becker, ricercatore senior e professore di psichiatria della scuola di medicina dell’Università di Pittsburgh, ha affermato: “Il nostro studio dimostra che le persone che hanno seguito una dieta che comprendeva pesce al forno o alla griglia, ma non fritto, hanno maggiori volumi cerebrali nelle regioni associate alla memoria e alla cognizione”, inoltre aggiunge: “Non abbiamo trovato un rapporto tra i livelli di omega-3 e questi cambiamenti cerebrali, il che ci ha sorpreso un po’. Ciò ci ha portato a concludere che stavamo considerando un insieme più generale di fattori di stile di vita correlati alla salute del cervello, di cui la dieta è solo una parte.”
Inoltre i ricercatori evidenziano che si stima che oltre 80 milioni di persone soffriranno di demenza dal 2040. Lo studio suggerisce che i fattori di stile di vita contribuiscono ai cambiamenti strutturali nel cervello. Dunque, sarà necessario programmare delle strategie di prevenzione almeno decenni prima.
Il Dr. Becker conclude: “Una confluenza di fattori di stile di vita probabilmente è responsabile di una migliore salute del cervello, e ciò potrebbe impedire o ritardare problemi cognitivi che si possono sviluppare in tarda età“.
Dott.ssa Francesca Trinastich