C’è chi ormai lo considera un alleato indispensabile, utile e innocuo, chi elegantemente lo schiva perché altererebbe le proprietà organolettiche degli alimenti, chi addirittura lo teme e esorcizza uscendo dalla cucina quando è in funzione! E’ sicuramente uno degli elettrodomestici più discussi degli ultimi decenni, a causa della sua estrema praticità contrapposta a un modo di preparazione degli alimenti (riscaldamento o cottura che sia) considerato contronatura, e per questo potenzialmente dannoso per la salute.
Intanto, un po’ di storia..
‘L’invenzione del forno a microonde sembra risalire alla seconda guerra mondiale, in Germania, al fine di facilitare la preparazione dei cibi all’interno dei sottomarini oppure per facilitare i soldati nel corso delle manovre di invasione dell’Unione Sovietica. La tecnologia venne in seguito esportata negli Stati Uniti ed il primo forno a microonde venne posto in commercio da parte di Rayethon nel 1952. Soltanto negli anni Settanta iniziarono però a comparire i primi studi che apparivano porre in dubbio la sicurezza del microonde, tanto che nel 1976 la Russia mise al bando i forni a microonde, poi riabilitati con la Perestroika’.
Come funziona: energia, frizione intermolecolare e calore
All’interno dell’apparecchio, un dispositivo, chiamato magnetron, genera un campo di corrente elettrica alternata. Il rapido cambio di polarità del campo elettrico, dal positivo al negativo, che si ripete per più di 2 miliardi di volte al secondo, genererebbe l’emissione di radiazioni ad alta frequenza (le microonde) che, assorbite dai cibi, creerebbero un effetto di «scuotimento» delle molecole, specialmente quelle dell’acqua, ma anche di lipidi e proteine. L’energia di questa «frizione intermolecolare» si trasforma quindi in calore, che riscalda il cibo in modo completamente diverso rispetto al metodo convenzionale: dall’interno verso l’esterno.
Faccia a faccia tra veri o falsi miti
Nel tentativo di approfondire l’argomento dando una visione neutra delle informazioni che circolano in web, e prendendo spunto da un breve reportage pubblicato sulla bacheca online di Altroconsumo (associazione per la tutela e difesa dei consumatori più seguita in Italia – www.altroconsumo.it/) qui di seguito un faccia a faccia delle principali teorie discordanti, tra chi porta avanti la veridicità dei rischi, e chi ne nega categoricamente la fondatezza.
– Può avere effetti cancerogeni?
VERO. Secondo diverse fonti disseminate nel web, in Russia sono stati condotti studi approfonditi riguardo l’impiego del microonde, che hanno ricevuto la propria pubblicazione ufficiale tra le pagine della rivista Atlantis Raising Educational Center di Portland (pubblicazione che però, ahimè, non è banalmente rintracciabile sul sito citato). Da tali studi sarebbe emerso che “in numerosi alimenti sia possibile la formazione di sostanze cancerogene a seguito dell’impiego del microonde“. Tali alimenti sono costituiti in particolar modo da: carne, latte e cereali, verdure (crude, cotte o surgelate, per cui anche una breve esposizione trasformerebbe i loro alcaloidi in sostanze cancerogene), frutta scongelata al microonde.
FALSO. Secondo gli esperti di Altroconsumo, “alcuni studi dimostrano che le onde elettromagnetiche con frequenze simili a quelle utilizzate nei forni a microonde possono avere effetti cancerogeni solamente se ci si sottopone ad esposizioni prolungate o ad intensità estremamente elevate, quindi non nel caso di utilizzo dell’elettrodomestico. Il microonde viene utilizzato per tempi così brevi che non può, categoricamente, portare ad una esposizione che abbia effetti cancerogeni o mutageni. Inoltre, l’eventuale fuoriuscita di radiazioni è talmente rara e di lieve entità che l’esposizione sarebbe minore a quella dovuta a un normale telefono cellulare“.
– Altera il valore nutritivo degli alimenti?
VERO. “Il valore nutritivo degli alimenti, ancora una volta secondo gli studi russi, subirebbe una drastica diminuzione a causa dell’esposizione alle radiazioni emesse da parte del microonde. Il valore nutritivo di tutti gli alimenti testati verrebbe ridotto dal 60 al 90%” (ma la fonte non spiega chiaramente quali parametri vengono considerati per arrivare a dette percentuali, parlando di ‘valore nutritivo’ in modo forse troppo generico). “Ad essere interessate ad un effetto degradativo sarebbero le vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E, alcuni minerali essenziali ed i fattori lipotropi (sostanze in grado di modificare il metabolismo dei grassi) presenti negli alimenti“.
FALSO. Approfondite indagini hanno rilevato che non ci sono sostanziali differenze rispetto alla cottura convenzionale. Secondo gli esperti di Altroconsumo, la digeribilità degli alimenti è simile nei due metodi di cottura. Rispetto alla cottura convenzionale, anzi, la cottura nel microonde danneggia meno la stabilità delle vitamine idrosolubili (C e B) e produce meno sostanze indesiderate, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e ammine eterocicliche aromatiche tipiche, ad esempio, della cottura alla griglia.
– Ha effetti sui parametri ematici?
VERO. Secondo uno dei pochi studi scientifici citati da varie fonti, seppur condotto su piccola scala, dalle analisi del sangue condotte su volontari sottoposti a consumo di alimenti cotti tanto tradizionalmente come con l’uso del forno a microonde (studio incrociato e in cieco), a seguito di assunzione di cibi cotti al microonde si è verificata una riduzione dell’emoglobina ed un aumento dell’ematocrito, dei leucociti e del colesterolo.
FALSO. Anche in questo caso, purtroppo, manca la pubblicazione su una rivista scientifica e non divulgativa. E si insinua il dubbio..
– Esposizione alle microonde, interferenze e schermatura. Rischi per la salute?
VERO. Secondo questa teoria, gli effetti della cottura al microonde potrebbero anche derivare dall’esposizione diretta alle radiazioni che fuoriescono dall’elettrodomestico, a causa di una eccessiva vicinanza durante il suo funzionamento, o dell’interferenza con altri apparecchi elettronici. “Sarebbe dunque necessario mantenere una distanza di almeno 90 centimetri dal forno a microonde funzionante per non esporsi agli effetti cumulativi delle sue onde“.
FALSO. Secondo gli esperti di Altroconsumo, “la fuga di radiazioni da un forno a microonde non danneggiato e utilizzato correttamente non costituisce un pericolo per la salute. Grazie all’involucro di metallo e alla fine rete metallica incorporata nello sportello del forno la maggior parte delle microonde rimane all’interno dell’apparecchio. Solo una piccola parte ne fuoriesce: si parla allora di fuga di radiazioni. Sulla superficie dell’apparecchio (a 0-5 cm di distanza) si può registrare un’intensità di radiazione più alta, ma basta allontanarsi di 30 cm circa perché tali valori siano oltre dieci volte inferiori ai limiti ammessi“. Ulteriori dati dimostrerebbero anche che “i forni a microonde non interferiscono con i segnali delle reti wireless per la connessione ad internet. Non interferiscono nemmeno con i pacemaker, a meno che questi ultimi non siano modelli molto vecchi, ma, in questi casi, interferirebbero praticamente con tutti i dispositivi elettronici“.
Su qualche punto gli esperti concordano: rischio di ustioni e raccomandazioni per un uso corretto
Uno dei rischi sanitari su cui concordano i distinti toreadores, e peraltro il più banale (condiviso con la cottura convenzionale) è quello di ustionarsi. Alcuni cibi a cotture prolungate possono raggiungere temperature superiori ai 100 gradi, ma a ingannare è il contenitore che, se fatto di materiale apposito, potrebbe apparire freddo all’esterno. Motivo per cui il microonde non è raccomandato per riscaldare il biberon dei bambini. Inoltre, dato che in caso di manomissione (ad esempio se le guarnizioni dello sportello sono difettose o sporche) si possono osservare delle fughe di radiazione maggiori durante il funzionamento, gli esperti concordano sull’importanza di prestare attenzione alle raccomandazioni di uso e manutenzione di ciascun apparecchio sul mercato. Infine, occorre prestare una speciale attenzione alla scelta dei recipienti.
Considerazioni sparse
Aldilà del tanto parlare e vociferare, una cosa è certa: a voler trarre conclusioni …si resta nel limbo! Frutto di una divulgazione troppo scarna di riferimenti bibliografici, giacché è palese la scarsità di studi scientifici che offrano risultati sperimentali robusti riguardanti i suoi effetti o non-effetti sui cibi e di prove certe, allarmanti o rassicuranti che siano.
Alcune pagine web di possibile interesse:
http://www.altroconsumo.it/elettrodomestici/forni-a-microonde/consigli/forni-a-microonde-il-vero-e-il-falso
http://www.relfe.com/wp/health/microwave-cooking-killing-people/
http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/10549-microonde-motivi-non-usarlo
http://www.bag.admin.ch/themen/strahlung/00053/00673/03752/index.html?lang=it