C’è qualcosa di nuovo tra i parametri da valutare nel momento in cui ci si trova a colloquio con pazienti diabetici. Negli anni le indicazioni nutrizionali per loro si sono plasmate e modificate seguendo i progressi della ricerca. Fino a qualche anno fa si diceva/consigliava, che il 50-55% delle calorie totali deve essere rappresentato da carboidrati; tale percentuale può arrivare al 60% se ricchi di fibra alimentare e gli alimenti hanno un basso Indice Glicemico (IG). Dando così importanza ad un parametro che oggi invece messo in discussione: l’IG.

Le Linee Guida dell’American Diabetes Association cambiano e non si riconosce più l’utilità clinica dell’IG nè del Carico Glicemico (CG= IG per i g di carboidrati presenti nell’alimento stesso). Ora si parla piuttosto di Indice Insulinemico. Ma vediamo i dettagli!

La risposta glicemica post-prandiale è influenzata non solo dalla qualità ma anche dalla quantità dei carboidrati, come anche dalla cottura e da altri numerosi fattori. A questo punto si è introdotto il Carico Glicemico. Anche in questo caso però dai numerosi studi stanno emergendo alcuni limiti dal momento che non si considera mai l’apporto di proteine e di grassi che comunque influenzano la secrezione di insulina.

E’ stato così introdotto l’Indice Insulinemico, un parametro che misura la produzione di insulina nell’organismo in risposta all’ingestione di qualsiasi alimento. In tal modo si ha una visione più completa considerando anche l’effetto delle proteine sulla secrezione dell’insulina.

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Nulla di invariato invece per quanto riguarda i consigli nutrizionali, che diventano sempre più esaustivi e completi non solo per il diabetico ma anche per chi vive il diabete spesso associato ad obesità, dislipidemia ed ipertensione arteriosa.
La terapia consiste nell’ottimizzare e mantenere la glicemia (glucosio nel sangue), entro limiti fisiologici per prevenire l’insorgenza di complicanze croniche, ma anche di garantire un profilo lipidico idoneo a non aumentare il rischio cardiovascolare.

Obiettivi dell’alimentazione corretta e del sano stile di vita sono:
– controllo del peso corporeo
– equilibrio nutrizionale
– adeguato profilo glicidico
– buon profilo lipidico.

Ad oggi tutti sono concordi nel raccomandare di
– evitare il fumo di tabacco
– aumentare l’attività fisica (150 min/settimana)
– mantenere l’IMC al di sotto di 25 Kg/m2.

Infine l’alimentazione consigliata deve prevedere:
– un abbondante consumo di prodotti di origine vegetale (frutta, verdura, ortaggi, cereali, legumi)
– menù poveri di grassi (30% delle calori tot.), ricchi di carboidrati (50% delle calori tot.) e fibra alimentare (14g/1000Kcal)
– un consumo di proteine pari a 0.8-1g/Kg/die
– il consumo di sodio ridotto a 2.0-2.3g/die.

Fonte: La nutrizione nei soggetti affetti da diabete mellito e sindrome metabolica: significato e utilità dell’IG – Attualità in Dietetica e Nutrizione Clinica – N 1, Vol 6, giugno 2014

Letizia Saturni