Ben testimoniato dalla letteratura scientifica il ruolo, o meglio la relazione, tra acidi grassi saturi e aumento del rischio per le CVD (patologie cardiovascolari).

Veniamo da questa cultura mostrata in figura …. ma ora c’è qualcosa di nuovo!

olio

Il recente studio di meta-analisi, qui presentato, ha ridimensionato tale rischio dimostrando che non c’è nessuna relazione tra acidi grassi saturi e aumentata probabilità di incorrere in un infarto di cuore o in un ictus celebrale.

In realtà il consumo di acidi grassi saturi di origine animale, principalmente quelli che troviamo nei prodotti derivati dal latte, ha una relazione debole e ancora più debole se consideriamo l’acido grasso saturo presente nell’olio di palma.

Gli autori del lavoro sono ricercatori italiani che hanno posto la loro attenzione sull’uso alimentare dell’olio di palma arrivando alla conclusione che è bene ridimensionare i possibili effetti sfavorevoli dell’uso alimentare dell’olio di palma e dei suoi derivati. Rimangono invece indiscutibili gli effetti negativi degli acidi grassi mono- e poli-insaturi sia sul colesterolo totale che colesterolo-LDL che su i trigliceridi.

Fonte: Palm oil and blood lipid-related markers of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis of dietary intervention trials

Letizia Saturni

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