sulforaphane

Una nuova ricerca – pubblicata su Arthritis & Rheumatism – ha recentemente dimostrato che il sulforafano, un composto presente nei broccoli e in altre cruciferae, potrebbe aiutare a prevenire o a rallentare la progressione della  più comune forma di artrite, rallentando la distruzione della cartilagine delle articolazioni.
L’osteoartrite è una malattia comune causata dalla degenerazione del tessuto cartilagineo e osseo nelle articolazioni.  Colpisce prevalentemente mani, piedi, colonna vertebrale, fianchi e ginocchia. I sintomi principali sono dolore e rigidità.
Mangiare verdure come broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles, potrebbe quindi essere utile per “fare il pieno” di sulforafano.
Gli autori della ricerca, ricercatori della University of East Anglia nel Regno Unito, affermano che altri studi precedenti hanno suggerito che il sulforafano possa avere proprietà anti-tumorali e anti-infiammatorie, ma questo è il primo grande studio sui suoi effetti sulla salute delle articolazioni.
“I risultati di questo studio sono molto promettenti”, spiega il ricercatore Ian Clark, corresponding author dello studio, in una nota. “Abbiamo dimostrato che questo funziona in tre modelli sperimentali: cellule cartilaginee, tessuto, e su un modello murino di osteoartrite. Ora vogliamo mostrare l’effetto direttamente in vivo”.

I ricercatori stanno ora infatti testando i loro risultati su pazienti con osteoartrite causata da un intervento chirurgico di sostituzione del ginocchio. In caso di successo, si spera porti ad ottenere finanziamenti per un ampio studio clinico per dimostrare l’effetto di broccoli sulla osteoartrite, la funzione articolare e il dolore.

Nello studio umano, metà dei 40 pazienti arruolati sarà sottoposto a consumo di un “super broccolo”, ovvero una coltivazione appositamente selezionata per essere ad alto contenuto di sulforafano. I soggetti mangeranno il “super broccolo” nelle due settimane precedenti al loro intervento chirurgico. Una volta che l’intervento avrà avuto luogo, i ricercatori esamineranno se il composto ha avuto effetto sulla conservazione del tessuto cartilagineo nell’articolazione.

“Anche se la chirurgia è un grande successo, in realtà non è una risposta alla patologia”, dice Ian M Clark. “Una volta che si ha l’artrosi, l’intervento chirurgico è molto importante perché aiuta a rallentare la progressione della patologia. Ma una forma di prevenzione sarebbe preferibile, e le modifiche dello stile di vita, partendo dalla dieta, potrebbero essere l’unico modo per farlo”.

Finora nessuna ricerca è riuscita a dimostrare che il cibo o la dieta possano giocare alcun ruolo nel ridurre la progressione di osteoartrosi. Quindi, se questi risultati riuscissero a essere replicati negli esseri umani, sarebbe un bel passo avanti.

Sara Tulipani

L’abstract dell’articolo al link:

http://http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/art.38133/abstract

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