Un recentissimo studio basato su test di tossicita’, in pubblicazione su Nature Communication, dimostrerebbe che quando i topi assumono una dieta arricchita del solo 25 per cento di zuccheri semplici (equivalente nel topo di una dieta umana sana a cui venga aggiunta l’assunzione di tre lattine di bibite zuccherine al giorno) le femmine dimostrano una mortalita’ doppia e i maschi presentano una probabilita’ ridotta di un quarto di mantenere la dominanza sul proprio territorio e di riprodursi. In effetti i risultati forniscono la prova che aggiungendo zucchero a quello consumato in concentrazioni attualmente considerate sicure, esercita effetti negativi drammatici sulla salute dei mammiferi.
A differenza degli studi precedenti che hanno voluto verificare gli effetti sulla salute di una somministrazione spropositata di zuccheri semplici, in questa sperimentazione l’aggiunta e’ stata volutamente modesta. In particolare i test hanno voluto verificare l’effetto di un incremento del 25% di zuccheri semplici (rappresentata da una assunzione giornaliera totale di un 12,5 % delle calorie sotto forma di destrosio (il nome industriale per il glucosio) e 12,5 % di fruttosio). In entrambi i casi i risultati suggeriscono un effetto dannoso, da parte di questi carboidrati assunti nelle concentrazioni considerate, per la salute dei topi. Anche se questi roditori non sono diventati obesi e hanno mostrato pochi sintomi metabolici il test ha mostrato, in maniera significativa, che questi mammiferi tendevano a morire precocemente, riuscivano peggio a difendere il proprio territorio e tendevano ad avere meno figli.
Cio’ e’ molto importante perché di fatto lo studio, ha dimostrato che i livelli di zucchero che le persone in genere consumano – e che sono considerati sicuri dalle agenzie di regolamentazione – possono mettere in pericolo la salute dei topi.
In questo lavoro, i gruppi di topi sono stati inseriti in 11 camere di dimensioni adeguate ( soprannominate “granai del topo) munite di più cassette nido. In particolare ogni granaio del topo aveva una superficie di 377 mq. Al loro interno sono stati immessi topi provenienti da nidiate abituate a vivere nelle case civili e quindi geneticamente adattati a convivere con gli esseri umani sia dal punto di vista degli spazi quanto alimentare. Questo particolare ambiente e’ risultato molto più realistico rispetto alle piccole gabbie, in quanto permetteva a questi roditori di competere in modo più naturale per l’accoppiamento e per il territorio. Cosi’ la sperimentazione e’ stata in grado di mettere in evidenza anche gli eventuali effetti tossici di una dieta sbagliata sul rendimento complessivo dei topi (in termini di salute e vigore).
Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health e dalla National Science Foundation.
La dieta che e’ stata adottata per i topi e’ paragonabile a quella che seguono un quarto degli americani. Essa consisteva, quindi nella somministrazione di un 25 per cento in piu’ delle calorie fornite da zuccheri semplici aggiunti – costituiti da fruttosio e glucosio- indipendentemente da quante calorie assumessero i topi. Cio’ e’ stato adottato in modo da rendere ancor piu’ aderente la sperimentazione alla situazione umana, in quanto in quest’ultimo caso l’assunzione preferenziale di zuccheri semplici passa attraverso il consumo di saccarosio o sciroppo di mais formati entrambi da un 50% di glucosio e 50% di fruttosio.
L’esperimento ha dimostrato che le femmine alimentate con l’extra zuccherino mostravano un tasso di mortalita’ doppio rispetto al controllo, cosa in realta’ non evidente nei maschi.
A loro volta pero’ i maschi extra alimentati mostravano una ridotta capacita’ di dominanza territoriale per circa un 33% e fertilita’ (- 25%)mrispetto al controllo.
Nelle femmine sovralimentate si notava un iniziale aumento di fertilita’, che pero’ nel tempo si riduceva drasticamente, mostrando alla fine una sensibile flessione globale (legataanche alla ridotta aspettativa di vita di questo particolare gruppo di topi).
Tutto cio’, oltre a stimolare una doverosa riflessione, dovrebbe spingere la ricerca scientifica verso una valutazione approfondita dei livelli di assunzione di zuccheri semplici da considerarsi opportuni allo scopo di garantire una sana alimentazione negli esseri umani.
Giacomo Pagliaro
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