Secondo uno studio pubblicato da JAMA Pediatrics, una pubblicazione di rete JAMA, l’esposizione precoce ovvero tardiva dei bambini ai cibi solidi sembra essere associata allo sviluppo futuro del diabete mellito di tipo 1 (T1DM)
Il diabete mellito di tipo 1 è in aumento in tutto il mondo, specie nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Precedenti studi avevano gia’ evidenziato il fatto che la dieta infantile sia di particolare interesse per l’origine di questa malattia.
A questo riguardo alcuni ricercatori della Colorado School of Public Health della University of Colorado, hanno indagato riguardo alle associazioni tra l’esposizione perinatale e infantile a diete particolarmente precoci, o tardive, e lo sviluppo di diabete di tipo 1. Lo screening neonatale di sangue del cordone ombelicale per la suscettibilità al diabete e’ stato condotto attraverso la valutazione dell’antigene leucocitario umano (HLA) ed e’ stato eseguito presso l’ospedale St. Joseph di Denver.
La sperimentazione ha permesso di ottenere dei risultati secondo i quali sia lo svezzamento precoce (meno di 4 mesi di età) quanto il tardivo (maggiore o uguale a 6 mesi di età) con cibo solido è associato alla predisposizione allo sviluppo di diabete mellito di tipo 1 (hazard ratio rispettivamente [HR] 1.91, e HR, 3.02) In particolare, l’esposizione precoce alla frutta e tardiva al riso / avena è stata associata ad un aumentato rischio di T1DMB (rispettivamente HR, 2.23 e HR, 2,88), mentre i risultati evidenziano anche che l’allattamento al seno quando il grano / orzo (HR = 0.47) venivano introdotti nella dieta sembrava essere associato ad una diminuzione del rischio.
I dati, quindi, suggeriscono che molteplici alimenti / antigeni hanno un ruolo e che vi è una complessa relazione tra i tempi e il tipo di esposizioni alimentari nel bambino e il rischio di diabete mellito di tipo 1. In sintesi, sembra che vi sia una finestra sicura in cui introdurre i cibi solidi tra il 4* e il 5* mese di età.
I cibi solidi dovrebbero essere introdotti continuando ad allattare al seno per ridurre al minimo il rischio diabete tipo 1 nei bambini geneticamente suscettibili.
L’abstract dell’articolo in questione puo’ essere consultato al seguente link
Giacomo Pagliaro