Esponenti di autorevoli istituzioni scientifiche (tra cui l’Istituto Superiore di Sanità) hanno fatto il punto della situazione sull’epidemia di epatite A che ha colpito negli scorsi mesi le regioni del nord Italia.
“Dal gennaio 2013, un insolito aumento dei casi di epatite A è stato rilevato nel nord Italia. Nel periodo compreso tra gennaio e la fine di maggio 2013, sono stati segnalati 352 casi al sistema di sorveglianza, con un incremento del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’epidemia è in corso e le autorità sanitarie stanno continuando le indagini per determinare quale sia il veicolo di trasmissione e per controllare l’epidemia“.
Gli autori dell’articolo, apparso giorni fa sul sito Eurosurveillance, continuano affermando che “l’analisi preliminare elaborata per determinare i possibili fattori di rischio associati all’attuale epidemia ha identificato il consumo di frutti di bosco congelati (ribes, more, lamponi, mirtilli) come veicolo potenziale dell’ infezione. L’ipotesi che le bacche possano essere coinvolte è fortemente sostenuta dal rilevamento di epatite A in un campione di frutti di bosco surgelati. Il monitoraggio di questi frutti di bosco surgelati e altri alimenti potenzialmente portatori del virus dell’epatite A (verdure, pesce e altri prodotti alimentari segnalati come potenziali fattori di rischio per i casi nelle indagini epidemiologiche) è stata intensificata per fornire un quadro chiaro della distribuzione di alimenti contaminati e il rischio di esposizione per loro“.
L’ allerta ha ovviamente scatenato preoccupazioni e domande da parte dei consumatori. In risposta, il Ministero della Salute ha pubblicato un documento in undici punti, seppur generico, pubblicato sul sito ufficiale. Nel punto 8 del documento, che risponde alla domanda “Come si contaminano gli alimenti vegetali con il virus dell’epatite A?”, si legge che “la fonte di contaminazione più frequente per i vegetali – si legge nel testo – è costituita dall’acqua utilizzata per l’irrigazione e/o la fertirrigazione. Attraverso questa i virus si depositano preferibilmente sulla superficie esterna dei vegetali e non è ancora ben chiaro se esista un meccanismo che permetta ai virus di penetrare all’interno del frutto o dell’ortaggio”.
Il focolaio di epatite A non riguarda solo l’Italia. Anche i paesi scandinavi sono in stato di l’allerta alimentare, che “ha avuto inizio nel mese di ottobre 2012 con un bilancio di 103 casi segnalati in nove mesi. Uno studio caso-controllo realizzato in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia ha identificato fragole congelate come la probabile causa dell’epidemia, anche se sono in corso valutazioni sui frutti di bosco“.
Sara Tulipani
L’articolo completo al link:
http://www.eurosurveillance.org/ViewArticle.aspx?ArticleId=20518
Il documento pubblicato dal Ministero della Salute:
http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_1.jsp?lingua=italiano&id=160