Un nuovo studio suggerisce che una dose elevata di vitamine del gruppo B potrebbe fermare l’insorgenza del morbo di Alzheimer, impedendo il restringimento del lobo temporale mediale, l’area del cervello che definisce la malattia.
La ricerca, pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences, ha rilevato che il lobo temporale mediale si era ridotto più lentamente nelle persone con deterioramento cognitivo lieve (MCI, mild cognitive impairment) che avevano assunto le vitamine B.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno coinvolto nello studio 156 anziani con deterioramento cognitivo lieve, la fase che precede la demenza o il morbo di Alzheimer. Gli anziani sono stati invitati ad assumere casualmente per un periodo di due anni o una combinazione di vitamina B12 (500 mcg), B6 (20 mg) e acido folico o delle pillole placebo.
Gli 80 anziani che erano stati trattati con vitamina B hanno mostrato una degenerazione cerebrale significativamente inferiore rispetto al gruppo placebo.
Il Dr.David Smith dell’Università di Oxford, coordinatore della ricerca, ha detto: “Negli anziani che presentavano alti livelli di omocisteina e che erano stati trattati con le vitamine del gruppo B, le aree specifiche del cervello associate con la malattia di Alzheimer si erano ridotte otto volte più lentamente rispetto a coloro che avevano assunto il placebo. Questo sottolinea che le vitamine del gruppo B possono rallentare o addirittura arrestare il processo della malattia nei soggetti con uno stadio precoce di declino cognitivo”.
In alcuni studi epidemiologi è stato osservato che avere alti livelli plasmatici dell’aminoacido omocisteina (tHcy) rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di demenza e della malattia di Alzheimer. Il presente studio ha concluso che il trattamento con vitamina B potrebbe abbassare i livelli medi di omocisteina totale plasmatica del 29%.
I ricercatori affermano che si tratta del primo trattamento che ha dimostrato di avere il potenziale di arrestare il declino cognitivo.
Il Dr. Smith ha concluso: “Dunque, a partire dall’età di 50 anni è necessario ed è di vitale importanza effettuare uno screening precoce per i primi segni di declino cognitivo, sostenuto da un controllo dei valori di omocisteina e da un potenziale trattamento con vitamina B. L’eventuale trattamento con le vitamine del gruppo B deve essere fatto sotto controllo medico”.
Fonte:
http://www.pnas.org/content/early/2013/05/16/1301816110.abstract
Francesca Trinastich