Una nuova ricerca dell’Università di Oxford suggerisce che una dieta vegetariana potrebbe significativamente ridurre il rischio di malattie cardiache. I risultati dell’ ampio studio di coorte, pubblicati recentemente sull’American Journal of Clinical Nutrition, hanno infatti mostrato che i vegetariani hanno il 32% in meno probabilità di morire, o essere ricoverati in ospedale, a seguito di un attacco di cuore o malattia cardiovascolare. I principali motivi di questo vantaggio si ritiene siano da rintracciare nelle differenze dei livelli di colesterolo, pressione arteriosa e peso corpóreo.
Si tratta del più grande studio mai condotto nel Regno Unito, confrontando i tassi di malattie cardiache tra vegetariani e non-vegetariani. L’analisi ha coinvolto quasi 45.000 volontari provenienti da Inghilterra e Scozia, e arruolati nello studio prospettico europeo sul cancro e nutrizione (EPIC-Oxford Cohort Study) finanziato dal Cancer Research UK e dal Medical Research Council, e realizzato dalla Cancer Epidemiology Unit presso l’Università di Oxford. All’interno della coorte, il 34% degli individui seguiva una dieta vegetariana. Tale significativa rappresentanza di vegetariani è rara negli studi di questo tipo, e ha permesso ai ricercatori di effettuare stime più precise dei rischi relativi tra i due gruppi.
I ricercatori hanno pertanto analizzato e confrontato i dati relativi a 15.100 vegetariani e 29.400 onnivori. I partecipanti sono stati reclutati nel corso degli anni ‘90, e sono poi stati seguiti per 11 anni, dall’inizio dello studio. Nel 2009 i ricercatori hanno identificato 1235 casi di malattie cardiache. Questo comprendeva 169 morti e 1.066 diagnosi ospedaliere, individuati attraverso il collegamento con cartelle cliniche e certificati di morte. Casi di malattia cardiaca sono stati validati utilizzando i dati del Myocardial Ischemia National Audit Project (MINAP).
Durante il periodo di follow-up, 169 persone sono morte a causa di malattie cardiache; 1.066 hanno invece avuto necessità di un ricovero ospedaliero a causa di problemi cardiovascolari. Di questi casi di decesso o ricovero, si è scoperto che la maggioranza interessava gli individui onnivori, piuttosto che i vegetariani. I risultati globali e le analisi hanno evidenziato che i vegetariani avevano più bassi livelli di colesterolo LDL , una pressione sanguigna più regolare, in genere bassa ed un peso corporeo più nella norma.
‘La maggior parte della differenza di rischio è probabilmente causato da effetti sul colesterolo e la pressione sanguigna, e mostra l’importante ruolo della dieta nella prevenzione delle malattie cardiache’ spiega la Dott.ssa Francesca Crowe, autore principale dello studio. Se si tiene conto che le malattie cardiache sono la principale causa di morte nei paesi sviluppati, responsabili, in media, di 65.000 morti ogni anno nel solo Regno Unito, la dieta assume un ruolo di primo piano.
A conferma del fatto che consumare alimenti vegetali può fare la differenza in molti ambiti della salute.
Dott. ssa Sara Tulipani
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