Recenti studi suggeriscono che l’obesità possa essere correlata ad un aumento dei livelli plasmatici di alcuni aminoacidi. Però putroppo ad oggi il meccanismo di questo incremento non risulta completamente chiarito. In particolare, sembrerebbe che la tipologia di proteine assunte con la dieta possa influenzare significativamente il rischio di obesità, suggerendo che specifici aminoacidi siano in grado di contribuire all’aumento del peso corporeo. Tra questi, è molto interesante considerare che le concentrazioni plasmatiche di cisteina, ma non di altri aminoacidi solforati, siano strettamente correlate con l’aumento della massa grassa e del BMI sia degli uomini quanto delle donne. Inoltre alti livelli plasmatici di Cisteina sono stati correlati ad altri disturbi associati all’obesità, quali le malattie cardiovascolari e la sindrome metabolica. Per l’organismo umano adulto la cisteina non è un amminoacido essenziale, in quanto può essere ottenuto dalla metionina tramite due reazioni: la transmetilazione, che trasforma la metionina in omocisteina, seguita dalla transolforazione, che trasforma l’omocisteina in cisteina. Nei bambini e durante lo sviluppo, in caso di carenza di vitamina B e di alcolismo se ne raccomanda invece assunzione mediante la dieta, in quanto questa trasformazione è inibita o meno efficiente. Molte evidenze sperimentali suggeriscono che la maggiore disponibilità plasmatica di cisteina possa favorire l’obesità. Studi nei quali il contenuto di cisteina, la sua produzione o l’utilizzo di composti anti-cisteina sono stati somministrati o limitati nel tempo, sostengono un ruolo causale per questo aminoacido nella regolazione del peso corporeo. Alla stessa maniera, disordini genetici caratterizzati da innalzamenti o abbassamenti dei livelli plasmatici di cisteina sono generalmente associate a variazioni del peso corporeo. Studi effettuati su colture di adipociti di ratto hanno provato ad approfondire la conoscenza riguardo ai meccanismi cellulari alla base del rapporto tra i livelli  cisteina e il grasso corporeo. I risultati sono ancora in progress, ma sicuramente incoraggianti. La cisteina si trova nel plasma come aggregati non proteici (liberi) omogenei (costituiti da solo cisteina) o disolfuri misti (ad esempio, omocisteina-cisteina). Le misure plasmatiche di cisteina sono spesso riportate come cisteina totale (tCys), che si riferisce a tutte le forme in circolazione, compresa quella libera, come disolfuro, o legata all’albumina. Il tCys plasmatico è ampiamente ossidato, mentre tCys cellulare è generalmente ridotto. Sebbene la cisteina sia il principale precursore limitante del maggiore antiossidante intracellulare (il glutatione – GSH), non solo bassi valori plasmatici di tCys, ma anche elevati livelli di  tCys, possono determinare  risultati negativi, quali le malattie cardiovascolari. La prospettiva del controllo del peso corporeo modulando l’assunzione della cisteina, la sua sintesi o la sua azione è attraente, in quanto la  cisteina e il suo precursore, la metionina, vengono assunti attraverso la dieta ed esiste almeno un farmaco in grado di ridurre la formazione di cisteina. Ad oggi, pur non essendo esaustive le informazioni a disposizione riguardo a questo argomento, l’interesse da parte della comunità scientifica riguardo le relazioni tra Cisteina e obesità è crescente, ciò dovuto specialmente ai primi dati emersi, che risultano essere assolutamente incoraggianti. Per approfondire l’argomento: http://www.nature.com/oby/journal/v20/n3/full/oby201193a.html