Il lavoro pubblicato recentemente su Frontiers in Physiology è una mini-review in cui sono stati esaminati i più attuali risultati clinici e molecolari sul ruolo dell’attività fisica nella popolazione anziana affetta da Malattia Arteriosa Periferica (PAD).

Sappiamo ormai da tempo che l’invecchiamento è un fattore di rischio importante per le patologie cardiovascolari (CVD) e che  le stesse rappresentano la principale causa di morte negli anziani. Una importante manifestazione clinica della CVD è la PAD che incide negativamente sulla mobilità e mortalità degli anziani.

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Ben documentati sono anche i numerosi effetti benefici di una costante e moderata attività fisica – meglio definita come attività muscolare – sulla salute e soprattutto per il soggetto anziano.

Su questa base si inseriscono i dati epidemiologici e clinici che sottolineano come una corretta gestione della PAD comporterebbe sia la diminuzione della mortalità che un alleviare, almeno in parte, alcuni sintomi quali la claudicazio intermittente, ben nota in tali pazienti.

Gli autori attraverso un’attenta analisi dei risultati dei lavori clinici e bio-molecolari hanno evidenziato come una adeguata e costante attività fisica sia in grado di migliorare la qualità di vita della popolazione affetta da PAD. In particolare è l’esercizio fisico programmato, quale ad esempio 30 minuti di camminata tutti i giorni, che permette di migliorare il passo oltre che favorire la riduzione della dose di farmaci.

Rimangono ancora alcuni punti bui quali la comprensione dei meccanismi cellulari e funzionali e le modificazioni molecolari che si verificano migliorando la PAD. Fattori invece che possono risultare ostacolanti sono le patologie muscolari, articolari e/o neurodegenerative oltre alle patologie cardio-polmonari.

Rimane costante tuttavia l’indicazione e l’invito ad un sano esercizio fisico programmato e studiato per ciascun paziente.

Letizia Saturni

Fonte: Physical activity in the prevention of peripheral artery disease in the elderly