La ricerca, condotta su un campione consistente di popolazione generale tra i 18 e i 69 anni (con l’esclusione di chi assumeva farmaci ipoglicemizzanti), ha esaminato l’associazione tra consumo quotidiano di cioccolato in tavoletta (non come polvere di cacao) nei tre mesi precedenti e l’andamento della resistenza all’insulina cosí come i livelli serici dei principali enzimi che segnalano danno epatico o colostasi, ovvero la gamma-glutamil-transpeptidasi e le transaminasi.
È noto che il cacao, soprattutto se amaro, è una fonte consistente di flavonoidi (fitocomposti antiossidanti), in quantitativi superiori rispetto ad altri alimenti quali tè, vino rosso e certi tipi di frutta. Aggiustando i dati per possibili fattori interferenti, tra cui appunto il consumo di frutta e verdura, é stata osservata una relazione inversa tra l’assunzione quotidiana di cioccolato e livelli di insulina, HOMA-IR e enzimi epatici negli adulti, suggerendo che il consumo di cioccolato potrebbe essere un fattore indipendente di stabilità del metabolismo glucidico e di salute epatica.
Gli autori del lavoro concludono osservando che il consumo di cioccolato va visto nell’ottica di un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca di altre fonti di antiossidanti, e che è opportuno variare anche il tipo di alimento a base di cacao, per limitare l’assunzione di grassi e zuccheri.
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