Prediligere il consumo di alimenti di origine vegetale limitando l’apporto di cibi animali permetterebbe di ridurre del 20% la mortalità per malattie cardiache e ictus.
I risultati, presentati a Baltimore da un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra in occasione dell’ultimo convegno dell’American Heart Association, sono il frutto di uno studio tramite questionario condotto su 451.256 soggetti arruolati in 10 paesi europei nell’ambito dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), il più ampio studio internazionale disegnato per approfondire la relazione tra dieta e salute.
I partecipanti inclusi nello studio non dovevano essere affetti da cardiopatia, diabete o neoplasia al basale. Al momento dell’arruolamento, sono stati raccolti dati relativi a peso e altezza, informazioni sulla dieta, lo stile di vita e lo stato di salute. La durata del follow-up è stata di 12 anni in media.
Un punteggio positivo è stato attribuito al consumo di alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, cereali, patate, olio d’oliva, noci, fagioli), mentre l’ingestione di cibi animali (carne, pesce, uova, grassi, frutti di mare o latticini) è stata conteggiata negativamente. Il punteggio totale ottenuto era quindi indicativo del grado di aderenza a un modello dietetico ricco di cibi vegetali.
I ricercatori hanno studiato la relazione tra abitudini dietetiche e mortalità. La stretta aderenza a una dieta caratterizzata da un apporto di alimenti di origine vegetale superiore al 70 % è risultata associata a una riduzione del 20% del rischio di morte cardiovascolare e per ictus, se confrontata a una dieta con un consumo di cibi vegetali inferiore al 45%.
Attraverso cambiamenti di facile applicazione, sarebbe quindi possibile ridurre il rischio cardiovascolare: come ha ricordato Camille Lassale, epidemiologia all’Imperial College di Londra, “Basta sostituire parzialmente l’apporto di carne, uova e latticini con fagioli, noci e verdure”.
Eliane Bahbouth
Fonte: Semi-veggie diet effectively lowers heart disease, stroke risk – American Heart Association Meeting Report Abstract 16
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