Sappiamo ormai bene che la fluidità del sangue è fondamentale per il buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare e per scongiurare fatali conseguenze (formazione del trombo che ostruisce il vaso che arriva al cervello o cuore e scatenare l’ictus o l’infarto). Tale caratteristica è mantenuta da fattori – o meglio sostanze – presenti nel sangue stesso che interferiscono con sostanze presenti nei cibi che quotidianamente introduciamo. Tali sostanze sono in grado di regolare la coagulazione o la fluidificazione.
Ci sono dunque cibi che possono interferire in tutto ciò? Ci sono nutrienti in grado di interferire positivamente o negativamente sulla coagulazione? Si, in particolare sono quei cibi ricchi di salicilati – come consiglia il National Institutes of Health e di altri composti quali l’ajoene, la rutina, la vitamina K e altro ancora.
In particolare sono frutta e verdura. Arance, mandarini, albicocche, prugne, ananas, more, ribes nero, mirtilli, uva, lamponi, fragole, sono i frutti più ricchi di tali composti mentre tra verdure ed ortaggi troviamo peperoncino, olive, pomodori, cicoria e ravanelli. L’elenco si completa con miele, il tè verde e il tè nero.
Tra i bulbi sono invece, importanti aglio e cipolla poiché in essi troviamo l’ajoene e l’adenosina in grado di contrastare l’effetto del tromboxano, un composto che favorisce l’aggregazione piastrinica. Le cipolle inoltre evitano l’accumulo di lipidi nel sangue, altro aspetto che può produrre addensamenti e promuovere la coagulazione.
Nella mela, pompelmo, limone, grano saraceno, tè, nel vino rosso, nella menta e ancora nelle cipolle invece troviamo la rutina, è un glicoside flavonoico noto anche come quercetina-3-rutinoside o vitamina P, che agisce come anticoagulante. Non interviene direttamente sul coagulo di sangue bensì su una classe di enzimi chiamati disolfuro isomerasi che vengono rapidamente rilasciati dalle cellule quando il sangue si coagula all’interno dei vasi. In questo modo si inibisce efficacemente sia l’accumulo piastrinico sia la produzione di fibrina.
Ma c’è qualcosa di nuovo… un alimento a base di soia appartenete alla tradizione culinaria giapponese: il natto.
Un cibo – poco invitante per sapore (pungente) ed aspetto (viscido) – ma notevolmente importante sia per l’intestino perché ricco di probiotici e che per la presenza di un enzima – nattokinase – capace di ridurre la formazione di coaguli e di dissolvere quelli che si sono già formati poiché è in grado di interferire con la fibrina. Inoltre tale alimento fornisce la vitamina K2, essenziale per una corretta coagulazione, oltre che per la salute delle ossa e per la prevenzione dell’osteoporosi.
Fonte: Natto and its active ingredient nattokinase
Letizia Saturni