Dalla pubblicazione dell’articolo “Chocolate Consumption, Cognitive Function, and Nobel Laureates” su The New England Journal of Medecine ….è iniziata una vera e propria diatriba scientifica. Basta cercare in Pubmed gli articoli relativi alla combinazione delle parole “Chocolate” [AND] “Nobel”, per farsi un’idea del “polverone” alzatosi dalla pubblicazione del trafiletto.
L’ articolo (o meglio, la Occasional Note) richiamava l’attenzione sulla strana correlazione osservata tra consumo annuale pro-capite di cioccolato e quantità di premi Nobel vinti, in diversi paesi europei. L’ipotesi iniziale era che, poiché il consumo di cioccolato sembra essere associato a un miglioramento della funzione cognitiva, proprietà generalmente ascritta ad alcuni flavonoidi contenuti nel cacao (i flavonoli), questo miglioramento potrebbe rendersi palese confrontando il consumo di cioccolato a livello di popolazioni, come ad esemprio in distinte nazioni europee.
E quale miglior marcatore di “performance cognitiva” di una nazione, se non il numero di laureati vincitori di premio Nobel?
La grafica proposta nell’articolo, e ripostata qui in basso, parla da sé. La correlazione tra consumo di cioccolato per popolazione e numeri di premi Nobel vinti, c’è.
Ora bisognerebbe sapere quanto cioccolato hanno mangiato i fortunati vincitori in persona, negli anni precedenti alla insignazione del premio…
E bisognerebbe anche chiedersi se la correlazione osservata è indice di causalità o meno..
Tanto che, nella diatriba scatenatasi in risposta alla notizia-bomba, non sono mancate note tecniche, sul discusso approccio statistico utilizzato nello studio, opinioni personali e vere e proprie critiche.
Fino ad atteggiamenti che definirei quasi “saprofiti”, di scienziati che, sempre in toni critici e scientifici, hanno deciso di “cavalcare l’onda” della celebrità della notizia, cercando però di orientare l’attenzione verso altri componenti della dieta responsabili dell’ effetto “pro-Nobel” (ad esempio il latte, spesso consumato insieme al cacao tanto in bevande che nel cioccolato al latte).
Il tutto risulta quasi divertente. Consiglio la lettura della serie di risposte all’articolo originale, e che la diatriba continui!
Ad ogni modo, fino a quando la notizia non verrà del tutto confutata, io personalmente mi sentirò doppiamente giustificata nel cedere alla gola per qualche barretta di cioccolato in più!
Sara Tulipani
L’articolo originale:
– N Engl J Med. 2012 Oct 18;367(16):1562-4. Chocolate consumption, cognitive function, and Nobel laureates. Messerli FH.
Note critiche, tecniche e personali recentemente pubblicate in riviste indexate nel JCR:
– Editors’ pick: Christmas is coming – time for chocolate to get ready for your Nobel Prize. Kayser M. Investig. Genet. 2012 Dec 11;3(1):26. doi: 10.1186/2041-2223-3-26.
– Milk, chocolate and Nobel prizes: potential role of lactose intolerance and chromosome 2.Loney T, Nagelkerke N. Evid Based Med. 2013 Jun;18(3):120.
– Nobel prizes, chocolate and milk: the statistical view. Dunstan F.Pract Neurol. 2013 Jun;13(3):206-7. doi:10.1136/practneurol-2013-000588.