Sono state pubblicate sulla rivista ufficiale della Società Italiana di Reumatologia (SIR) le raccomandazioni per il management della gotta. La gotta è l’artrite più comune negli adulti. Nonostante la disponibilità di valide opzioni terapeutiche, la gestione dei pazienti con gotta non è ancora ottimale. La Società Italiana di Reumatologia (SIR) ha aggiornato e adattato al contesto nazionale le raccomandazioni EULAR 2006 (“The European League Against Rheumatism”) per la gestione della gotta con il fine di diffonderle e migliorare la gestione di questi pazienti.
Il gruppo multidisciplinare di esperti ha incluso reumatologi, medici di base, internisti, geriatri, nefrologi, cardiologi ed esperti di medicina basata sull’evidenza.
Nel lavoro è stato messo in evidenza il ruolo della dieta nel trattamento non farmacologico della gotta, l’efficacia dei corticosteroidi orali e della colchicina a basso dosaggio nel trattamento degli attacchi acuti. Le dichiarazioni relative ai trattamenti uricosurici sono state ritirate e sostituite con una proposta incentrata su un nuovo agente che abbassa l’acido urico, il febuxostat. Febuxostat, introdotto solo di recente in Italia, è un’efficace alternativa all’allopurinolo, in quanto mostra una maggiore efficacia e minori effetti avversi; il dosaggio va testato, si inizia con un basso dosaggio che va aumentato se necessario. E’ stato inoltre sviluppato un programma di ricerca per identificare i temi ancora trattati in maniera inadeguata in merito alla gestione della gotta.
L’educazione e la formazione del paziente, per permettergli di acquisire uno stile di vita adeguato, sono aspetti fondamentali della gestione di questi pazienti, come anche motivarlo ad aderire alla terapia farmacologica a lungo termine.
Tra le raccomandazioni in campo nutrizionale vi è come sempre seguire una dieta sana. Va inoltre limitato il consumo di alimenti ricchi in purine (in particolar modo carne e frutti di mare). Il consumo di alcool aumenta il rischio in maniera dose-dipendente; sono coinvolti birra e superalcolici, mentre il vino non sembra determinare un incremento del rischio (di certo se vengono consumati meno di 120 ml/die); la birra potrebbe esercitare un effetto alcool indipendente sul rischio di gotta per il suo elevato contenuto in purine.
Recentemente è stata dimostrata anche l’associazione con bevande contenenti fruttosio, quando il consumo è quotidiano. I prodotti lattiero-caseari, in particolare quelli a basso contenuto di grassi, sembrano invece mostrare un ruolo protettivo. Il consumo a lungo termine di caffè nella popolazione generale è stata associato ad una ridotta incidenza di gotta. Studi recenti hanno suggerito anche un ruolo protettivo della vitamina C.
Nel management della gotta è anche fondamentale identificare e trattare le eventuali comorbilità presenti, tale approccio può offrire vantaggi nel trattamento di entrambi: comorbilità e gotta stessa. L’associazione tra iperuricemia e la “sindrome metabolica” (iperlipidemia, ipertensione, diabete, insulino-resistenza e obesità) è ben segnalato. È pertanto buona pratica clinica indagare la condizione clinica generale del paziente quando si deve gestire un paziente con la gotta. La lotta al fumo è fondamentale anche nel management della gotta; sebbene non ci sia diretta evidenza del ruolo del fumo di tabacco come un fattore di rischio pro gotta, il fumo ha però mostrato una forte associazione con il consumo di alcol che è a sua volta associato un incremento significativo del rischio di gotta. Inoltre, il fumo è un fattore di rischio modificabile per la malattia cardiovascolare, quindi in un modello di trattamento olistico deve essere fortemente sconsigliato.
Elisabetta Marotti
Per approfondimenti:
“Italian Society of Rheumatology recommendations for the management of gout” M. Manara, et al. Reumatismo, vol 65, No 1, 2013.
http://www.reumatismo.org/index.php/reuma/article/view/reumatismo.2013.4