Si, questo quanto affermano tutti coloro che vedono nel glutine il loro acerrimo nemico che intacca lo stato di salute!
Il glutine è una miscela amata e odiata al tempo stesso: tanto amata per le sue proprietà viscoelastiche ma al contempo tanto temuta da tutti coloro che vivono reazioni avverse ad essa. Il glutine è la componente proteica peculiare di alcuni cereali quali frumento, segale, farro, kamut, orzo, triticale e spelta. Di conseguenza è presente anche in tutti i prodotti da questi derivati: dalla farina al pane, pasta, pizza, biscotti fino a tutti i prodotti da forno dolci e salati. Inoltre è sempre bene fare attenzioni anche ai prodotti che potrebbero essere contaminati dal glutine durante le fasi lavorazione, cottura e/o confezionamento.
Questa miscela che si forma durante l’impasto, cioè quando si uniscono farina ed acqua, rappresenta la causa ambientale – il trigger – dei disordini glutine correlati è infatti in grado di scatenare reazioni abnormi da parte del sistema immunitario del soggetto con conseguenze sull’intestino e dunque sull’assorbimento dei nutrienti. Tra questi disordini recentemente la comunità scientifica ha concentrato l’attenzione su tre quali l’allergia al frumento, la celiachia e la Sensibilità al Glutine Non Celiaca (SGNC).
L’Allergia al frumento – nota anche come allergia del fornaio, è una reazione IgE mediata nei confronti delle gliadine – frazione del glutine – e comprende asma da farina o rinite. Interessa soprattutto cute e apparato respiratorio. Test allergologici (prick test e RAST specifici) possono fare chiarezza per la diagnosi e dare la certezza che si tratta di allergia al frumento.
La celiachia – patologia autoimmune geneticamente determinata (associata agli aplotipi DQ2 e DQ8 del sistema HLA) che coinvolge principalmente l’intestino. La reazione del sistema immunitario al trigger ambientale – il glutine – danneggia l’intestino. Se non diagnosticata e curata si possono verificare fenomeni di malassorbimento fino a patologie più gravi quali il linfoma intestinale. Lo specialista ha a disposizione un preciso e dettagliato percorso diagnostico che si compone di esami specifici ematici – ricerca di anticorpi specifici anti-gliadina, anti-endomisio e anti-trasglutaminasi – fino alla biopsia intestinale per confermare la diagnosi.
La nuova nata invece la Sensibilità al Glutine Non Celiaca – un problema più diffuso di quanto si possa pensare e autorevoli studi ne danno conferma. Per la prima volta un gruppo di esperti di fama mondiale hanno raccolto le prime osservazione e hanno formulato il primo algoritmo diagnostico-scientifico, nel 2011 durante la prima Consensus Conference. Oggi, dopo il Second International Expert Meeting on Gluten Sensitivity, si è arrivati a dare una nuova e più precisa definizione.
E’ stato perfezionato il suo identificativo, si parla infatti di SGNC per sottolineare come, in assenza di marker diagnostici specifici, è sempre necessaria una procedura diagnostica di esclusione della celiachia e dell’allergia al grano.
La SGNC è una condizione che si manifesta principalmente con
– dolori addominali (68%) anche con bruciore alla bocca dello stomaco, nausea e vomito, gorgoglii e gas intestinale, stitichezza e diarrea;
– rush cutaneo (40%);
– senso di affaticamento, intorpidimento di braccia e gambe, crampi muscolari e dolori articolari;
– mente annebbiata (35%) o mal di testa;
– gonfiore addominale (25%).
Allo stato attuale tutti gli studi concordano nel confermare l’identikit abbozzato l’anno scorso: la SGNC è donna. Nella maggior parte dei casi sono colpite donne di età compresa tra i 25 ed i 45 anni e solo recentemente sono stati discussi alcuni casi pediatrici caratterizzati – a differenza degli adulti – da sintomi gastrointestinali.
Qual è la terapia?
La terapia che accomuna tutti i disturbi glutine correlati discussi fin’ora è una rigorosa alimentazione gluten-free. La dieta Mediterranea viene declinata nella versione gluten free pertanto rimangono sempre proponibili ed attualizzabili sia il modello alimentare caratterizzato dall’abbondanza di prodotti vegetali (attenzione ai cereali contenenti glutine!) che lo stile di vita. Quest’ultimo inteso come un insieme complesso di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, fino ad arrivare alle colture – raccolta – pesca – conservazione – trasformazione – preparazione e soprattutto consumo del cibo.
Ci sono tante novità in campo medico-scientifico e le tante nuove conoscenze vanno divulgate pertanto – dopo il successo riscosso l’anno scorso – ecco che anche quest’anno si ripropone la II Settimana Nazionale di Informazione sulla Sensibilità al Glutine e Celiachia. Questa si colloca nel mese – giugno – interamente dedicato ai disturbi glutine correlati.
L’iniziativa promossa da DS-gluten free, con il supporto scientifico della Dr Schar Institute e con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), prenderà il via il 10 giugno. A partire dal 4 giugno sarà possibile prenotare un colloquio telefonico gratuito con esperti (gastroenterologi, nutrizionisti, dietiste) visitando il sito, con lo scopo di informare correttamente sulle differenze tra SGNC e celiachia; di evitare diagnosi fai-da-te e di promuovere sempre il consulto con il medico in caso di sintomi ripetuti favorendo l’emersione dei casi non diagnosticati di celiachia e la corretta diagnosi di SGNC.
A seguire sarà pubblicato su riviste scientifiche internazionali, un documento “state of the art” con i risultati del Second International Expert Meeting on Gluten Sensitivity tenutosi a Monaco di Baviera nel dicembre 2012.
Letizia Saturni