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L’allattamento al seno è uno dei modi più efficaci per garantire la salute dei bambini e la sopravvivenza. Un allattamento ottimale insieme all’aiuto complementare di una sana e corretta alimentazione previene la malnutrizione e può salvare la vita di circa un milione di bambini.
Nel mondo meno del 40% dei bambini sotto i sei mesi di età sono allattati esclusivamente al seno. Un adeguato sostegno all’allattamento per le madri e le famiglie potrebbe salvare molte giovani vite. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove attivamente l’allattamento al seno come la migliore fonte di nutrimento per i neonati ed i bambini piccoli.
I benefici dell’allattamento a breve termine sono ben noti e consolidati, in particolare la riduzione della morbilità e della mortalità per malattie infettive (infezioni respiratorie), malattie del trattato gastrointestinale e malattie allergiche in età pediatrica. Pertanto viene raccomandato che nei primi sei mesi di vita ogni bambino dovrebbe essere allattato esclusivamente al seno, e l’allattamento andrebbe continuato parzialmente fino ai due anni.

Who long effect breast

Sulla base delle forti evidenze degli effetti positivi a breve termine dell’allattamento al seno, l’OMS ha pubblicato quest’anno una review sugli effetti a lungo termine. L’evidenza attuale, per lo più da Paesi ad alto reddito, suggerisce che la presenza di malattie non trasmissibili possa essere legata ad esposizioni avute durante il periodo della gestazione o nei primi anni di vita. Quindi la prima alimentazione seguita, tra cui il tipo di latte ricevuto, sono uno dei principali fattori  che possono influenzare lo sviluppo di malattie in età adulta. Nella review sono stati valutati gli effetti a lungo termine dell’allattamento su: pressione arteriosa, diabete mellito tipo 2, colesterolemia, sovrappeso e obesità, e prestazioni intellettuali. I dati sono il risultato della revisione di 60 nuove pubblicazioni dal 2006; nel 2007 era già stato pubblicata, sempre dall’OMS, una pretendente review e meta-analisi sulle evidenze degli effetti a lungo termine dell’allattamento materno.
Le meta-analisi sulle patologie indagate e sull’intelligenza suggeriscono che i
benefici sono maggiori per i bambini e gli adolescenti, e minori tra gli adulti, suggerendo una graduale diluizione dell’effetto con il tempo. Va però tenuto conto, tra eventuali fattori confondenti, che la maggior parte degli studi ha interessato soggetti con alto reddito, ed è noto che l’allattamento al seno sia più comune tra mamme istruite, mamme benestanti che sono più attente alla salute, e la cui prole ha meno probabilità di soffrire di esiti negativi.
Vediamo nel dettaglio i risultati per le singole patologie oggetto di indagine:
– colesterolo totale: non vi è stato alcun effetto nella meta-analisi globale; anche nella revisione del 2007, non vi era un effetto significativo tra gli adulti; l’allattamento al seno non sembra quindi proteggere contro i livelli di colesterolo totale;
– ipertensione arteriosa: le valutazioni raccolte dagli studi di alta qualità indicano una piccola riduzione della pressione sanguigna di meno di 1 mmHg della pressione sistolica tra i soggetti allattati al seno, e nessuna protezione significativa in termini di pressione diastolica. L’effetto protettivo dell’allattamento al seno, se del caso, è troppo piccolo per essere di importanza per la sanità pubblica;
– diabete mellito: sono emersi dati discordanti, pertanto saranno necessari ulteriori studi;
– sovrappeso o dell’obesità: dai risultati è invece emerso che l’allattamento prolungato può fornire qualche protezione con una variabilità però tra il 24% ed il 12%; quest’ultimo è il dato che emerge dagli studi di qualità  elevata.
Per quanto riguarda invece le prestazioni intellettuali l’allattamento al seno è stato associato invece con un aumento del punteggio ai test di valutazione del quoziente intellettivo (QI), vi è una forte evidenza di un effetto causale dell’allattamento sul QI.

Per approfondimenti:
– “Long-term effects of breastfeeding: a systematic review” WHO, 2013
http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/79198/1/9789241505307_eng.pdf

Elisabetta Marotti