L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha emanato le nuove linee guida che confermano che gli adulti (età maggiore di 16 anni) dovrebbero consumare meno di 2 gr di sodio (o 5 gr di sale) al giorno. Una riduzione dell’introito di sodio è necessario per ridurre la pressione arteriosa e il rischio cardiovascolare nell’adulto.
Le linee guida per il potassio indicano che gli adulti dovrebbero consumare almeno 90 mmol (3.510 mg) al giorno. Aumentare l’intake di potassio riduce il rischio individuale di patologie cardiovascolari.
Quindi meno sodio e più potassio, mentre purtroppo è noto che correntemente avviene il contrario, per ridurre i valori della pressione arteriosa e quindi l’insorgenza di patologie come l’ictus cerebrovascolare e le patologie cardiache, principali cause di morte e disabilità globale.
Quali sono i cibi che contengono più sodio?
Il sodio è naturalmente presente in una gran varietà di cibi come il latte (circa 50 mg di sodio ogni 100 g) e nelle uova (circa 80mg/100 mg). Si trova anche in quantità molto più elevate in alimenti trasformati, come il pane (circa 250 mg/100 g), carni lavorate come pancetta (circa 1.500 mg/100 g), snack come salatini, patatine al formaggio e popcorn (circa 1.500 mg/100 g), nonché in condimenti come salsa di soia (circa 7.000 mg/100 g), e nel brodo o nei dadi (circa 20.000 mg/100 g).
E il potassio?
Tra gli alimenti ricchi in potassio ricordiamo: fagioli e piselli (circa 1.300 mg di potassio per 100 g), frutta secca (circa 600 mg/100 g), verdure come spinaci, cavoli e prezzemolo (circa 550 mg/100 g), e frutta come banana, papaia e le datteri (circa 300 mg/100 g). La lavorazione riduce la quantità di potassio in molti prodotti alimentari.
Le linee guida contengono anche raccomandazioni per i bambini con età maggiore ai due anni. Bambini con elevati valori di pressione arteriosa divengono spesso adulti ipertesi.
Queste linee guida sono uno strumento importante per gli esperti di salute pubblica e per i politici che nei vari paesi si trovano a dover gestire e combattere le malattie croniche come le malattie cardiache, l’ictus, il diabete, il cancro e le malattie respiratorie croniche. Le misure di sanità pubblica per ridurre il consumo di sodio e aumentare il consumo di potassio e quindi per ridurre il rischio di ipertensione della popolazione e le malattie cardiache possono includere interventi sui prodotti alimentari e sull’etichettatura dei prodotti, programmi di educazione dei consumatori, aggiornamento delle linee guida dietetiche nazionali, e la negoziazione con i produttori alimentari per ridurre la quantità di sale nei prodotti alimentari trasformati.
Dott.ssa Elisabetta Marotti
Per approfondimenti:
http://www.who.int/nutrition/en/