Questo quanto emerge da un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori australiani e pubblicato su Journal of affective disorders.

Negli ultimi anni si è sviluppato un crescente interesse sulla possibile relazione tra nutrizione e rischio di depressione. In particolare, oltre al ruolo degli omega-3, è stato valutato quello di alcuni minerali quali zinco e magnesio e di folati, che sembrano giocare un ruolo importante nelle malattie depressive.

Il presente studio, che ha visto il coinvolgimento di ben 1000 donne di età compresa tra i 20 e 93 anni ed ha permesso di prendere in esame la possibile relazione tra i tre micronutrienti ed il rischio di depressione e disturbi d’ansia.

I ricercatori dall’analisi dei risultati hanno evidenziato che ogni incremento di apporto dei 3 micronutrienti considerati si associa ad una sensibile riduzione del rischio di depressione/distimia (zinco OR = 0.52, 95% intervallo di confidenza (CI) 0.31 to 0.88; magnesio OR = 0.60, 95% CI 0.37 to 0.96; folati OR = 0.66, 95% CI 0.45 to 0.97, rispettivamente). Inoltre, l’apporto di magnesio e zinco risulta inversamente associato al punteggio del General Helath Quetionnaire-12 (P=0,02 e 0,01 rispettivamente). Al contrario, non è emersa alcuna associazione tra l’apporto dei tre micronutrienti ed il rischio di disturbi d’ansia.

I risultati di questo studio dimostrano pertanto l’esistenza di un’associazione tra apporto di zinco, magnesio e folati ed il rischio di incorrere in depressione.

Tali risultati, insieme ad altri numerose evidenze, supportano quindi l’importanza di promuovere il consumo di alimenti ricchi di tali micronutrienti al fine di prevenire lo sviluppo di patologie, molto diffuse e caratterizzate da un impatto negativo sulla qualità della vita delle persone colpite.

Fonte: goodmedicine