Alcuni ricercatori, stanno indirizzando i propri sforzi verso lo sviluppo di una pillola che possa contrastare i sintomi della Malattia Celiaca, alla stregua di quelle contenenti lattasi utilizzate per evitare che soggetti intolleranti al lattosio manifestino disturbi gastro-intestinali conseguentemente al consumo di prodotti lattiero-caseari.
Il lavoro, pubblicato sul Journal of the American Chemical Society, si basa sull’umpiego di un enzima in grado di far “collassare” il glutine, la causa dei sintomi nei soggetti affetti da questa patologia.
Nal lavoro, i ricercatori spiegano che la celiachia consiste in una malattia autoimmune in cui il glutine del grano, segale e orzo sia causa di una grave flogosi del tratto intestinale. In genere gli enzimi presenti nello stomaco sono in grado di disgregare il glutine in parti più piccole, dette peptidi. Per la maggior parte delle persone, queste molecole sono innocue. Ma nei soggetti affetti dalla malattia celiaca, tali peptidi sono in grado di innescare una risposta autoimmune e causare uno stato infiammatorio di forte intensità. Attualmente, l’unico trattamento conosciuto è l’adozione di un regime alimentare privo di glutine. Tuttavia, gli scienziati hanno ipotizzato che se un enzima esogeno fosse in grado di abbattere ulteriormente i peptidi “illeciti” nello stomaco, i pazienti celiaci potrebbe essere in grado di mangiare cibi contenenti glutine, senza manifestare il tipico quadro sintomatologico.
In particolare Siegel e colleghi raccontano, nel loro lavoro, riguardo alla scoperta di un enzima naturale (una a-gliadinpeptidasi) che ha alcune delle proprietà ideali per svolgere tali funzioni. Gli scienziati hanno provveduto a modificare l’enzima in laboratorio, in modo tale da soddisfare tutti i criteri necessari. Il nuovo enzima (chiamato KumaMax) distrugge, in condizioni acide come quelle dello stomaco, più del 95 per cento dei peptidi derivati dalla digestione del glutine. Queste caratteristiche combinate, rendono quindi questo enzima ingegnerizzato, un candidato promettente quale terapia orale per la malattia celiaca.
E’ possibile scaricare il lavoro attraverso il seguente link:
http://pubs.acs.org/doi/pdfplus/10.1021/ja3094795