Alcuni ricercatori della Oxford University avrebbero scoperto che tra i 3 e 3,5 milioni di anni fa, la dieta degli ominidi in Africa centrale consistesse principalmente in erbe tropicali e Carice (una pianta acquatica della famiglia delle Ciperaceae). I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nell’ultima edizione online del Proceedings of National Academy of Sciences.
I ricercatori hanno ottenuto tali informazioni attraverso l’analisi di alcuni denti di Australopithecus bahrelghazali. In particolare gli studiosi, analizzando i rapporti degli isotopi del carbonio nei denti, hanno trovato le tracce di una dieta ricca di alimenti derivati da “piante C4” (vegetali, questi, dei climi aridi, che usufruiscono di una via differente per la fissazione della CO2 basata sul ciclo di Calvin, basata sulla presenza di due tipi di cellule funzionalmente e morfologicamente diversi situate nel cloroplasto). In effetti secondo gli autori, sono state dimostrate evidenze che suggeriscono che i primi ominidi, almeno in Africa centrale, mangiassero principalmente erbe tropicali e Carice.
Al contrario le grandi scimmie antropomorfe africane, compreso lo scimpanzé, non mangiano questa particolare tipologia di alimenti nonostante essi crescano in abbondanza nelle regioni tropicali e subtropicali. Unica eccezione a questo riguardo a questo riguardo sono i babbuini della savana che, di fatto, assumono giornalmente questa particolare tipologia di vegetali.
La ricerca dimostrerebbe quindi che i primi ominidi abbiano manifestato molto precocemente un cambiamento nelle loro abitudini alimentari, almeno in Africa centrale. In particolare il dato è significativo nel segnalare come questi umani ancestrali fossero in grado di sopravvivere in paesaggi aperti con pochi alberi, piuttosto che colonizzare esclusivamente ambienti boschivi. Questo, probabilmente, ha permesso loro di uscire dalle prime foreste ancestrali o boschi più densi, e occupare e sfruttare nuovi ambienti molto più lontani.
I fossili dei tre individui, risalenti ad un periodo compreso tra i 3 milioni e i 3,5 milioni di anni fa, provengono da due siti nel deserto Djurab. Oggi questo luogo consiste in un ambiente iper-arido vicino all’antico canale Bahr el Ghazal, che collega i sottobacini sud e nord del Lago Ciad. Tuttavia, nel loro articolo gli autori osservano che nel momento in cui l’Australopithecus bahrelghazali vagabondava in questa zona, l’ambiente era ben diverso: erano presenti canne e carici, che crescevano intorno ad una rete di laghi poco profondi, con pianure alluvionali e praterie boscose.
I precedenza, gli esperti del settore avevano in genere ritenuto che i primi ominidi potessero presentare uno smalto dentario molto duro, che fossero in grado di digrignare i denti con grande forza e che presentassero muscoli masticatori possenti, in modo che la loro dieta potesse essere facilmente integrata anche da cibi molto duri quali noci e semi duri. I risultati di questa ricerca invece non confermerebbero questa ipotesi. Piuttosto essa suggerisce innanzi tutto che, precocemente, la dieta dei primi ominidi si sia discostata notevolmente dallo standard delle grandi scimmie. Inoltre la ricerca indicherebbe che è improbabile che gli ominidi potessero mangiare le foglie delle erbe tropicali in quanto nella maggior parte dei casi queste avrebbero esercitato un effetto abrasivo e sarebbero risultate difficili da digerire. Invece i dati ottenuti, suggeriscono che questi primi ominidi possano aver fatto affidamento sulle radici, rizomi e bulbi delle antiche piante tropicali.
Basandosi solo sui risultati sperimentali ottenuti dall’analisi dei livelli di radioisotopi del carbonio, non è comunque possibile escludere che i primi ominidi incentrassero la loro dieta sull’assunzione di carne di animali alimentati con piante C4. Però, a questo riguardo, occorre considerare che né gli umani né gli altri primati abbiano mai manifestato un comportamento alimentare caratterizzato da una dieta totalmente carnivora (non foss’altro per la mancanza di denti particolarmente affilati) e, di conseguenza, è ragionevole ipotizzare che essi si alimentassero attraverso il consumo diretto di Carice e parti di erbe tropicali.
L’articolo in questione può essere consultato al seguente indirizzo:
http://www.pnas.org/content/109/50/20369.abstract