Il dr R Chowdhury dell’Università di Cambridge ed il Prof. Oscar Franco presso la Erasmus MC di Rotterdam hanno preso in esame i dati ottenuti da ben 38 studi che hanno visto il coinvolgimento di 794.000 volontari in Europa, Nord America e Asia-Pacifico.

I risultati ottenuti hanno evidenziato che mangiare pesce almeno due volte alla settimana può contribuire a ridurre il rischio di stroke, mentre l’assunzione di integratori a base di olio di pesce non ha uguale beneficio per la salute.

Le linee guida elaborate dalle società di cardiologia raccomandano il consumo di pesce azzurro -in particolare sgombri, alici e sardine- almeno 2 volte alla settimana poiché tali alimenti sono le principali fonti di acidi grassi a lunga catena quali omega-3, definiti anche amici del cuore!

Non ci sono ancora sufficienti prove per sostenere in modo univoco la relazione tra elevato consumo di pesci di acqua fredda come lo sgombro e la riduzione del rischio di ictus.
Il dato ad oggi noto è che su più di 34.000 ictus (ictus ischemici, ictus emorragici e mini-ictus noti come attacchi ischemici transitori) – chiamati malattia cerebrovascolare –un maggior consumo di pesce aiuta significativamente a ridurre di rischio di malattia. La valutazione è stata effettuata somministrando un questionario ed utilizzando marcatori ematici di grassi omega-3 e l’uso di integratori di olio di pesce.

I volontari che avevano mangiato 2-4 porzioni a settimana di pesce azzurro hanno mostrato il un rischio di malattia cerebrovascolare inferiore del 6% rispetto a coloro che avevano consumato 1 o meno porzioni di pesce alla settimana. Coloro invece che hanno raggiunto le 5 porzioni/settimana hanno avuto una riduzione del 12%. Di contro lo stesso effetto non è stato evidenziato nei volontari che avevano consumato supplementi di olio di pesce.

Questi risultati suggeriscono quindi che singoli nutrienti possono avere solo effetti limitati se decontestualizzati dalle loro fonti di cibo originali. Il pesce ha una varietà di nutrienti quali ad esempio vitamina D e vitamina B, che analogamente hanno effetto sulla riduzione del rischio di ictus. Inoltre importante è anche la modalità di preparazione infatti ad esempio la frittura comporta l’aggiunta potenziale di nocivi grassi trans.

Sulla base dei dati disponibili, è ragionevole consigliare alla popolazione un consumo razionale di due porzioni di pesce alla settimana per ridurre il rischio di malattia coronarica e di ictus mentre di contro come evidenziato nel Cochrane Database of Systematic Reviews, i supplementi di omega-3 in capsule o aggiunti in altre matrici alimentari (margarina) non porta miglioramento.

approfondimento: eating oily fish may cut stroke risk