L’industria alimentare sembra essere sempre alla ricerca di nuovi dolcificanti allo scopo di ridurre gli effetti negativi sulla salute dell’uomo. Ora, dopo la stevia, si parla di monk fruit ed agave!

Il tema dei dolcificanti è quanto mai attuale soprattutto per quelli non calorici poiché il loro gradevole gusto ed il loro elevato potere dolcificante – ormai in media circa 200-300 volte più del saccarosio – ne fanno strumenti eccellenti per garantire palatabilità senza un significativo apporto calorico. La ricerca scientifica deve comunque ancora analizzare in dettaglio la reale utilità. Di contro sul piano normativo sono considerati additivi alimentari e sono sottoposti a stringenti regole di valutazione della loro sicurezza d’uso.

Tutto ciò crea disorientamento tra i consumatori tanto che la Nutrition Foundation of Italy e Fondazione ADI hanno deciso di dedicare un focus sulla sicurezza d’uso ed in seguito al convegno tenutosi l’11 gennaio 2012 è stato pubblicato un opuscolo esplicativo di facile consultazione dal titolo “Dolcificanti intensi non calorici: focus sulla sicurezza d’impiego”.

Da circa un anno l’UE ha autorizzato l’uso degli edulcoranti a base di Stevia, o più esattamente dei glicosidi steviolici, cioè la componente dolcificante. Secondo una indagine della Leatherhead Food Research, tali composti non sono però ancora ben accettati dal consumatore e allora le Aziende guardano altrove e cercano altre piante da utilizzare come dolcificanti naturali.

Le prime ad essere state investigate sono l’agave ed una cucurbitacea di origine cinese chiamata luo han guo dalla quale si può ottenere l’estratto monk fruit. A parlarne per primo è stato Monique Simmonds dei Royal Botanical Gardens di Kew (http://www.kew.org/).

Il Luo han guo, il cui nome botanico è Momordica grosvenorii o Thladiantha grosvenorii , è un frutto che ha origine nel Sud delle Cina e al nord della Thailandia, viene chiamato anche con altri nomi come Budha Fruit, Monkey’s Fruit e in Vietnam la han qua, si distingue per un contenuto dolce molto forte pari a 150 volte quello del saccarosio. Molte altre sono le peculiarità nutrizionali di tale dolcificante.

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