Questo è il monito che gli scenziati lanciano in seguito ai risultati di uno studio pubblicato su Juornal Academy of Nutrition and Dietetics, che ha messo in evidenza l’importanza di consumare i pasti lentamente.

Sempre più spesso capita di consumare i pasti principali (colazione, pranzo e cena) velocemente (meno di 20 minuti) poiché i ritmi frenetici delle nostre giornate ce li impongono. Gli effetti sono sicuramente negativi. Si perde il controllo della qualità di ciò che stiamo mangiando e della quantità così da non riuscire ad evitare gli eccessi. Inoltre anche la sazietà ne è influenzata negativamente e di conseguenza la digestione e l’assorbimento.

Insomma tanti sono gli effetti negativi come riportato in figura. I risultati sono stati ottenuti su un gruppo di 30 donne alle quali è stato chiesto di mangiare una porzione di pasta con un cucchiaino da te, masticando bene e facendo delle pause; in un altro giorno alle stesse donne è stato chiesto di mangiare porzione di pasta identica al primo caso, ma con un cucchiaio da tavola e velocemente.

E’ evidente che mangiare lentamente influenza la sazietà e aiuta ad evitare eccessi. Mangiare in fretta, invece, espone a una serie di svantaggi, che vanno ben oltre il difficile controllo del peso.

A supporto di tali dati c’è anche uno studio, pubblicato su Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease, condotto in Corea su più di 8 mila persone, che ha evidenziato come uomini «mangiatori veloci» hanno, rispetto al gruppo di «mangiatori più lenti», una probabilità significativamente maggiore di presentare alcuni fattori di rischio cardio-metabolico, quali elevati livelli di glucosio nel sangue e bassi livelli di colesterolo-HDL, indipendentemente dall’Indice di Massa Corporea.

Ma quali sono le strategie che possono aiutare a rallentare il ritmo del pasto?
1. mangiare sempre seduti evitando di fare altre cose (cucinare, guardare la tv, apparecchiare o sparecchiare);
2. fare bocconi piccoli masticando molto bene;
3. appoggiare le posate dopo ogni boccone;
4. intervallare il cibo con piccoli sorsi d’acqua.

Fonte: http://www.foodandnutritionresearch.net/index.php/fnr/article/view/10202