Un aumento nell’assunzione di vitamina K1 può ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nelle persone anziane che presentano un alto rischio di soffrire malattie cardiovascolari.
È quanto afferma un nuovo studio spagnolo, pubblicato nel Journal of Clinical Nutrition, i cui risultati hanno mostrato che per ogni aumento di 100 microgrammi di vitamina K1 assunti giornalmente con l’alimentazione, il rischio di sviluppare il diabete risultava ridotto del 17%.
La vitamina K si trova sia negli alimenti vegetali che in quelli animali ed in più viene sintetizzata dai batteri intestinali. Tra i vegetali, i più ricchi sono quelli a foglie verdi. Ci sono due forme principali di vitamina K: il fillochinone, noto anche come fitonadione, (vitamina K1) che si trova in verdure a foglia verde come lattuga, broccoli e spinaci, e rappresenta circa il 90% della vitamina K in una tipica dieta occidentale ed i menachinoni (vitamine K2), che rappresentano circa il 10%, e possono anche essere sintetizzati dalla microflora nell’intestino.
I ricercatori spagnoli hanno analizzato i dati di 1.069 persone, tra uomini e donne, con un’età media di 67 anni. All’inizio dello studio nessuno dei soggetti presentava il diabete, ma trascorsi 5,5 anni 131 persone avevano sviluppato il diabete di tipo 2.
Dall’analisi dei dati si è evidenziato che i livelli di fillochinone all’inizio dello studio erano collegati al rischio di diabete di tipo-2: i livelli più elevati corrispondevano ad un rischio inferiore.
Sono stati osservati risultati positivi soprattutto nei confronti dei soggetti anziani che avevano un alto rischio cardiovascolare, infatti dopo circa 5,5 anni di seguimento è stato osservato che l’aumento della quantità di assunzione di fillochinone aveva ridotto il rischio di sviluppare diabete del 51%.
I ricercatori hanno commentato: “Abbiamo mostrato, per la prima volta, che una maggiore assunzione di fillochinone è associata ad un minore rischio di sviluppare il diabete di tipo 2”. Lo studio si aggiunge ad un corpo di ricerca sempre crescente che evidenzia i possibili benefici della vitamina K nei confronti della salute.
Il potenziale meccanismo di azione è ancora da identificare. Comunque i ricercatori hanno notato che vi è una possibile plausibilità biologica legata al ruolo della vitamina K nella carbossilazione dell’osteocalcina, una proteina coinvolta nella mineralizzazione dell’osso e nel controllo del calcio nel corpo.
Infatti, dati recenti suggeriscono che l’osteocalcina può anche essere connessa al metabolismo dell’insulina.
A tal proposito i ricercatori fanno notare come in un recente studio, il PREDIMED, sia stata dimostrata una correlazione positiva tra le variazioni di osteocalcina sierica e il miglioramento dell’insulino-resistenza del metabolismo glucidico, sostenendo il ruolo potenziale della vitamina K nella prevenzione del diabete di tipo 2.
Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul seguente link:
http://ajcn.nutrition.org/content/96/5/1113.abstract
Dott.ssa Francesca Trinastich