Un flavonoide non molto comune della famiglia dei flavoni, la fisetina, é abbondante nelle fragole e presente anche in altri frutti e ortaggi.

Dopo aver studiato il composto in laboratorio, un team di ricercatori del Salk Institute for Biological Studies, in California, ha ipotizzato che l’azione della fisetina potrebbe riguardare più organi ed avere un effetto protettivo contro le complicanze del diabete.
In particolare, numerose evidenze scientifiche dimostrano che i prodotti avanzati della glicazione (AGEs o advanced glycation endproducts) hanno un ruolo cruciale nel processo di aterosclerosi, in particolare associato al diabete. Nella malattia diabetica il crescente accumulo di AGEs e l’elevata glicazione di macromolecole, quali proteine circolanti e tissutali, da parte del composto ?-dicarbonilico altamente reattivo (il methylglyoxal, MG) sembrano essere strettamente correlati allo sviluppo di complicanze infiammatorie e cardiovascolari e costituiscono una misura dello stress metabolico e ossidativo a cui é soggetto l’organismo.

I ricercatori del Salk Institute hanno orientato i loro esperimenti allo studio degli effetti della fisetina su topi Akita, un modello murino sperimentale che presenta elevati livelli di glucosio nel sangue, tipici del diabete giovanile. Questi topi sviluppano anche le stesse complicanze osservate sia nel diabete di tipo 1 che di tipo 2, comprese le malattie renali, la neuropatia (distruzione dei nervi) e la retinopatia diabetica, che può portare alla cecità.

Somministrando ai topi fisetina, gli scienziati hanno osservato una serie di miglioramenti estremamente interessanti rispetto al gruppo di topi non trattati. Anche se i topi Akita trattati con la fisetina continuavano ad avere un quadro diabetico, il flavonoide contenuto nella fragola riduceva i livelli di AGEs, aumentando in concomitanza l’attivitá della glyoxalase 1, l’enzima necessario per la rimozione dei precursori tossici degli AGEs. La somministrazione di fisetina riduceva inoltre l’ipertrofia renale e la concentrazione di proteine ??nelle urine (albuminuria), indice di una riduzione del danno renale indotto da diabete. I topi sottoposti al trattamento mantenevano infine livelli normali di locomozione nel test a campo aperto, indice di un minor grado di ansietá rispetto ai topi non trattati.

Lo studio ha pertanto permesso di concludere che la fisetina o un suo possibile derivato sintetico possano avere un potenziale uso terapeutico per il trattamento delle complicanze del diabete.

Il lavoro é stato pubblicato sulla rivista PLoS one ed é disponibile al link:

http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0021226#cor1