Secondo una nuova ricerca, bere succo di melagrana può aiutare a ridurre la pressione sanguigna.

Lo studio, coordinato dal Dr. Anthony Lynn, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Plant Foods for Human Nutrition, ed i risultati suggeriscono che la supplementazione con succo di melagrana può portare dei benefici a breve termine sulla pressione sanguigna, infatti, dopo aver bevuto il succo per quattro settimane, 51 adulti sani hanno mostrato un notevole calo della pressione del sangue.

Il succo di melagrana è considerato una ricca fonte di antiossidanti polifenolici e diversi studi precedenti hanno suggerito che i composti antiossidanti sono in grado di ridurre la rigidità delle arterie.

Nello studio, i ricercatori, per verificare  se il succo di melograno sia in grado di ridurre i rischi per la salute cardiovascolare,  hanno valutato la velocità dell’onda di polso (PWV – Pulse Wave Velocity- un indicatore della rigidità arteriosa), la pressione sanguigna e lo stato antiossidante del plasma.

Hanno partecipato allo studio cinquantuno adulti di età compresa tra i 30 e i 50 anni, ai quali è stato chiesto di consumare 330 ml di succo di melagrana al giorno.
Gli effetti sulla PWV, sulla pressione sanguigna e sullo stato antiossidante del plasma sono stati misurati e confrontati con un gruppo di controllo che aveva consumato ‘Seven Up’, una bevanda al sapore di limone che non contiene antiossidanti.

I ricercatori hanno detto:”Il consumo di succo di melagrana durante quattro settimane non ha influenzato la PWV. Questo era in contrasto con la nostra ipotesi che prevedeva che l’ingestione di un succo ricco di composti antiossidanti polifenolici avrebbe ridotto la rigidità arteriosa “.

Inoltre, i ricercatoti non hanno riscontrato nessun effetto sullo stato antiossidante del plasma, ma hanno notato un forte calo della pressione arteriosa nei partecipanti.

Infine essi dicono: “Dai nostri risultati, concludiamo che la supplementazione con succo di melagrana ha effetti benefici a breve termine sulla pressione sanguigna, ma non ha alcun effetto sulla PWV. Il meccanismo di questi effetti è ancora incerto “.


Per poter leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul seguente link:

http://www.springerlink.com/content/0723jw700j655785/

Dr.ssa Francesca Trinastich