Un recente studio coordinato dalla dottoressa Ruchi Gupta, assistente di pediatria alla Northwestern University Feinberg School of Medicine e medico presso l’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital di Chicago (l’ex Children’s Memorial), ha descritto per la prima volta la distribuzione delle allergie alimentari nei bambini degli Stati Uniti d’America, tracciando una vera e propria mappa.
Sono stati valutati 38.645 bambini, mediante la somministrazione elettronica di un questionario ad adulti in famiglie con almeno un figlio di età inferiore ai 18 anni; lo studio è stato condotto da Giugno 2009 a Febbraio 2010. Sono stati costruiti modelli di regressione per studiare l’associazione tra area geografica ed allergia alimentare. Lo studio è controllato per reddito familiare, razza, etnia, sesso ed età. Ha valutato la prevalenza delle allergie alimentari nei centri urbani, in città metropolitane, nelle periferie urbane, nelle aree suburbane, nelle piccole città e nelle aree rurali.
All’aumentare della densità di popolazione corrisponde un aumento di prevalenza, si passa dal 6.2% delle aree rurali al 9.8% nelle aree urbane. Una differenza che arriva ad essere più che doppia nel caso di alimenti come noccioline (2,8% di bimbi allergici in città contro 1,3% in campagna) e crostacei (2,4% verso 0,8%). Questo dimostra come l’ambiente ha un impatto sullo sviluppo di allergie alimentari.
Gli stati con la prevalenza più elevata di allergie alimentari sono: Nevada, Florida, Georgia, Alaska, New Jersey, Delaware, Maryland ed il Distretto della Columbia.
Le allergie alimentari sono ugualmente gravi, indipendentemente dal luogo in cui un bambino vive. Quasi il 40% dei bambini nello studio aveva già sperimentato una reazione allergica al cibo grave, pericolosa per la vita. Trends simili sono stati evidenziati anche in caso di asma. La grande questione è – che cosa nell’ambiente sta innescando queste allergie? Una migliore comprensione dei fattori ambientali, sarà di aiuto nella prevenzione. I prossimi studi di questo team di ricerca saranno infatti rivolti all’identificazione delle cause ambientali.
L’allergia alimentare è infatti un serio e crescente problema di salute.
Secondo un precedente studio dello stesso team, le allergie ai cibi riguardano un bambino su 13 ed ogni 3 minuti un americano viene mandato al pronto soccorso, stando a un lavoro uscito nel 2011 sul ‘Journal of Allergy and Clinical Immunology’. Una grave reazione allergica che può portare alla morte determina un calo della pressione sanguigna, difficoltà a respirare con edema della glottide.
Precedenti studi hanno evidenziato un aumento della prevalenza di asma, di riniti allergiche, eczemi e congiuntiviti nelle aree urbane rispetto alle rurali. E’ stato ipotizzato che l’esposizione precoce ad alcuni batteri diffusi nelle zone rurali siano protettive contro lo sviluppo di un’ipersensibilità ereditaria a certi allergeni, o che i numerosi inquinanti presenti nelle città possano scatenare le allergie.
Fonte: “Geographic Variability of Childhood Food Allergy in the United States”. Gupta RS et al; Clin Pediatr (Phila). 2012 May 17.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22605786
http://www.chicagoasthma.org/site/files/410/126086/422440/587144/7_Gupta_- _Food_Allergies_[Compatibility_Mode].pdf
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/06/120607105858.htm