Dolce, ma a basso contenuto calorico, ricca di fibre e di micronutrienti, dissetante – e ora, c’é di piú. Prove derivanti da due studi condotti da ricercatori della Florida State University mostrano che l’anguria possa essere un’arma efficace contro la preipertensione, un importante precursore di malattie cardiovascolari.

I ricercatori della FSU, tra cui l’Assistant Professor Arturo Figueroa, primo autore dei due lavori pubblicati sull’American Journal of Hypertension a distanza di un anno l’uno dall’altro, e il prof. Bahram H. Arjmandi, leader del gruppo di studiosi, in un primo studio pilota scoprirono che la somministrazione giornaliera di un estratto di anguria contenente 6 g degli amminoacidi L-citrullina e L-arginina, per 6 settimane, determinava un miglioramento nella funzione arteriale e di conseguenza una riduzione nella pressione aortica in tutti gli individui preipertensivi coinvolti nello studio (studio incrociato con distribuzione aleatoria dei nove soggetti – quattro uomini e cinque donne in post-menopausa, etá compresa tra i 51 e i 57 anni-  a 6 settimane di supplementazione o placebo, con 4 settimane di periodo washout tra un’intervenzione e l’altra).

Lo studio, pubblicato nel 2011, fu “il primo a documentare una migliorata emodinamica aortica in soggetti preipertensivi ma sani”, dice il porfessor Figueroa “e questi risultati suggerirono le potenzialitá dell’anguria come alimento funzionale con effetti vasodilatatori in grado di prevenire la progressione della preipertensione a ipertensione, un fattore di rischio per infarti e ictus”.

A causa dei dati incoraggianti generati da questo studio preliminare, i ricercatori continuarono la ricerca in un lavoro successivo, pubblicato qualche mese fa nella stessa rivista. Nel secondo lavoro, gli studiosi dimostrarono che la supplementazione dello stesso estratto di anguria per 6 settimane riduceva la pressione sanguigna alla caviglia, la pressione sanguigna brachiale e la riflessione dell’onda carotidea in obesi adulti di mezza età con preipertensione o ipertensione di stadio 1, confermando come la somministrazione dell’estratto possa riflettere un miglioramento generale della funzione arteriosa.

Perché l’anguria?

“L’anguria è la fonte naturale commestibile più ricca di L-citrullina, che è strettamente legata alla L-arginina, l’aminoacido necessario per la formazione di ossido nitrico essenziale per la regolazione del tono vascolare e della pressione arteriosa”, commenta il professor Figueroa.

Una volta assorbita, la L-citrullina viene convertita in L-arginina. L’assunzione diretta di L-arginina come integratore alimentare non è un’opzione per molti adulti ipertesi, perché può causare nausea, disturbi del tratto gastrointestinale, e diarrea. Al contrario, l’anguria è ben tollerata e la supplementazione dell’estratto non determinó effetti collaterali nei soggetti coinvolti nei due studi. Oltre ai vantaggi vascolari dovuti alla citrullina, l’anguria fornisce vitamina A, B6, C, fibre, potassio e licopene, un potente antiossidante, e può anche contribuire a ridurre i livelli di glucosio nel siero.

La supplementazione orale di L-citrullina potrebbe consentire un dosaggio ridotto di farmaci antipertensivi necessari per controllare la pressione sanguigna, oltre ad avere importanti effetti preventivi.

Tutti buoni motivi per godere un pó di piú di questo frutto di stagione.

Riferimenti bibliografici:

Arturo Figueroa, Marcos A. Sanchez-Gonzalez, Penelope M. Perkins-Veazie, Bahram H. Arjmandi. Effects of Watermelon Supplementation on Aortic Blood Pressure and Wave Reflection in Individuals With Prehypertension: A Pilot Study. American Journal of Hypertension, 2011;24(1):40-4.

Arturo Figueroa, Marcos A. Sanchez-Gonzalez, Bahram H. Arjmandi. Watermelon extract supplementation reduces ankle blood pressure and carotid augmentation index in obese adults with prehypertension or hypertension. American Journal of Hypertension, 2012, 25(6):640-643.

L’abstract degli articoli ai link:

http://www.nature.com/ajh/journal/v24/n1/full/ajh2010142a.html

http://www.nature.com/ajh/journal/v25/n6/full/ajh201220a.html